Fine corsa per l’Enterprise dello spazio romano. Chiude il TrovaRoma
[Questo post è stato pubblicato originariamente su Diogene]
Lo chiamano panino anche se da un po’ è passato di moda. È quando compri un quotidiano e insieme ti danno gli allegati. Uno, due, tre, grandi, piccoli, stampati in quadricromia oppure con la stessa carta del giornale. Servono a far lievitare il prezzo oppure semplicemente ad aumentare gli spazi pubblicitari da vendere agli inserzionisti.
E dentro i panini ci si trova un po’ di tutto, dipende dal paninaro. Che ogni tanto cambia. Non sarebbe quindi una notizia che dal panino di Repubblica scompare il TrovaRoma. Non fosse che quella fetta di emmental, prima di ammuffirsi, era stata lì per 38 anni, dal 1986. E all’inizio era buonissima.
Era una delle ragioni per cui a cavallo dei ’90, ogni giovedì una generazione andava a comprare La Repubblica. Se ha chiuso è perché chi oggi compra La Repubblica prende quella fetta di emmental e la butta via, senza neanche aprirla. Noi invece buttavamo La Repubblica e tenevamo il TrovaRoma.
Il TrovaRoma era una mappa di quello che succedeva nella città. In copertina c’erano i grandi concerti, gli spettacoli teatrali del Sistina, qualche uscita cinematografica, i grandi eventi. E noi buttavamo anche la copertina. Era tra le righe degli eventi minori che andavi a cercare le pepite nascoste della città, perché TrovaRoma pubblicava tutto.
Concerti improbabili in locali di quattro metri quadrati, presentazioni di fumetti autoprodotti in ciclostile, reading di poesia disgustista, incontri su tematiche che non si capiva nemmeno il titolo. Ed era proprio li che bisognava andare. Da quelli che non avevano soldi per gli uffici stampa o per attaccare un manifesto abusivo al muro.
Come quella volta che avevamo raggiunto una traversa di Via Appia. C’era un incontro dal titolo “Rock satanico e musica metal” e il relatore era per noi un allora sconosciuto Monsignor Corrado Balducci. L’appuntamento era dentro un appartamento al secondo piano di un condominio.
Avevamo citofonato ed eravamo saliti per le scale. Due giovinetti con l’abbigliamento punk seduti in fondo alla stanza di una casa in cui erano state disposte con cura una trentina di sedie. Qualche suora, parrocchiani in fustagno, signore con i capelli viola e la bigiotteria al collo. La nostra presenza non era riuscita a scalfire l’età media.
Eravamo gli unici con meno di cinquant’anni e tutti ci guardavano. Loro lo sapevano che era tutta colpa del TrovaRoma ed erano sicuri che prima o poi avremmo creato qualche problema. Anche Monsignor Balducci ci guardava mentre parlava e misurava le parole. Forse le misurò così tanto che l’incontro fu di una noia mortale.
Non potevano sapere che a noi i metallari ci stavano anche un po’ sul cazzo e non eravamo andati lì con l’idea di fare una qualche contestazione. Eravamo semplicemente curiosi di conoscere un mondo sconosciuto.
Autobus, motorino o macchina dei genitori, Roma era uno spazio da esplorare come faceva il capitano Kirk con l’equipaggio dell’Enterprise verso spazi sconosciuti.
Così ti teletrasportava all’anfiteatro del Tuscolo, ancora in stato di abbandono, in una notte di Ferragosto. Con una di quelle comitive variegate e improbabili che si formano solo quando tutti gli altri sono partiti.
Lì un gruppetto di ragazzi dei castelli romani aveva organizzato il “Party No Party”. Ognuno doveva portare una radio da sintonizzare sulla stessa emittente e loro offrivano sangria a sottoscrizione. Saranno stati una ventina di persone e chi cazzo li aveva mai visti.
È stata questa per almeno un decennio l’essenza del TrovaRoma. Rompeva le bolle. Non le balle, le bolle. Quando il numero dei pub a Roma si contava sulle dita delle mani te li andavi a scoprire tutti per vedere quali creature li animassero.
Così andavi al locale di motociclisti in un sotterraneo dietro Fontana di Trevi, a un festival dell’Unità al Labaro che pareva di essere negli anni cinquanta, a una riunione del Partito Umanista, o a un incontro programmatori che parlavano di BBS. TrovaRoma era uno strumento di esplorazione di quadranti sconosciuti per conoscere nuove forme di vita.
E certo che oramai era vecchio e doveva andare al macero ma noi lo continueremo a ricordare così, non le sue vecchie date astrali, così come si riguardiamo le puntate della serie classica di Star Trek.
Lunga vita e prosperità.