La breve stagione del disincanto: il thriller di Serge Quadruppani tra memoria e vendetta

Quest’anno, “Colchiques dans les Prés” compie un quarto di secolo. Ma il thriller di Serge Quadruppani – in Italia forse più noto per essere il traduttore francese di Andrea Camilleri, pur se oltre a tradurre tanti autori importanti è lui stesso uno scrittore di romanzi e saggi di qualità – è sempre attuale. E dunque ben ha fatto la casa editrice Alegre a pubblicarlo, nella (ottima) traduzione di Maruzza Loria, col titolo “La breve stagione”. E con un saggio critico di Wu Ming 1 che rende onestamente difficile (a me) scrivere qualcosa di brillante e originale su Quadruppani e il romanzo, visto che in una ventina di pagine racconta benissimo l’autore e il suo percorso letterario, critico e politico.

Il titolo italiano del romanzo, “La breve stagione”, non tradisce quello originale (che si potrebbe tradurre con “Colchici nei prati”, o nei campi), perché il colchico – al centro di una canzone scout scritta nel 1943 che inizialmente s’intitolava “Autunno” – è una pianta (bella e velenosa) che fiorisce brevemente alla fine dell’estate.
E quella che si racconta in questo libro è la stagione breve del ‘68 e soprattutto la coda (lunga) di quello che in Italia si è chiamato “riflusso”. Cioè il ripiegamento sul privato e su altri valori (soprattutto i soldi) da parte di tanti ex giovani “ribelli”, in gran parte d’estrazione borghese.

Ho scritto che si tratta di un thriller, ma non c’è da scoprire nessun assassino.
Simon è una sorta di conte di Montecristo rivoluzionario, che nel 1975 è finito in carcere, abbandonato da amici e compagni dopo un’azione compiuta insieme a loro e finita nel sangue. Ora (siamo nel 1992) torna per vendicarsi. Ci riuscirà? Ma Quadruppani – che è nato nel 1952 – ci sta raccontando anche e forse soprattutto che cosa sono diventati e cosa pensano i suoi ex compagni che relazioni hanno tra loro. E come sono i loro figli. Narra il crimine organizzato e anche il cinismo e l’affarismo di certi tutori dell’ordine. Ed è una scrittura, la sua, sempre al presente, a tratti poetica, spesso ironica, altrettanto spesso in grado di fornire dettagli che dicono moltissimo sui personaggi.

Insomma, un libro da leggere, e che si fa leggere anche rapidamente, arrivando al finale accompagnati dal pessimismo dell’intelligenza che si alterna all’ottimismo della volontà.

“La breve stagione” di Serge Quadruppani (con una nota di Wu Ming 1), Edizioni Alegre, Traduzione di Maruzza Loria, 16 euro. Il romanzo sarà presentato giovedì 23 gennaio a Roma, nella libreria Alegre di Circonvallazione Casilina 72/74

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