L’Ama e il terribile aspirafoglie

Un rumore assordante, un vortice come quello di una potentissima aspirapolvere all’alba di un mattino a sorpresa. Ogni tanto, forse 10/15 giorni. Vieni sospinto fuori dal letto per capire cosa succede. Il turbinio lo senti sempre più vicino, ma nemmeno troppo perché è ancora a 80 metri. Ti affacci e capisci – non è facile – che è uno dei modi per tenere pulita la Capitale alle 6 del mattino, quando nessuno cammina sul marciapiede.

Ma le prime volte ti preoccupi, forse mette anche ansia l’incedere di questo rumore assordante che si avvicina sempre di più. Un sistema innovativo, forse. Uno svolazzo di polvere e foglie con un tubo lancia-aria, un getto violentissimo con un operatore ecologico che tenta di sospingere i residui urbani verso l’esterno, alle spalle delle macchine parcheggiate a pettine.
È tutto uno svolazzo di robe che si impigliano fra le ruote delle macchine e solo una minima parte riesce ad arrivare  a bordo strada dove è in agguato – si fa per dire – un altro operatore che con un trabiccolo con spazzole rotanti “acchiappone” inghiotte quello che arriva al centro della strada dai marciapiedi. Ma prima che il trabiccolo arrivi, passano automobili che rispostano tutto o quasi quello che la pompa turbine ha sospinto verso l’esterno.

L’operatore prosegue e io – in uno di quei mattini di giusti interrogativi – ho tentato di chiedere spiegazioni su questa innovativa tecnica.
Ho dovuto aspettare che lui (l’operatore) mi vedesse perché il rumore era assordante e, giustamente, lui portava le cuffie antirumore. Gli ho fatto gentilmente notare come, bottiglie, cartoni impigliati sotto le ruote, deiezioni canine, buste immondizia abbandonate vicino al cassonetto, pezzi di legno rotti di una presunta aiuola, schifezze impigliate dentro le erbacce che circondano un alberello non fossero minimamente state rimosse dal potente flusso d’aria. Era chiaro che ci sarebbe voluto uno tsunami ,o semplicemente una scopa.
Il gentile operatore mi dice che questa è la tecnica per la pulizia dei marciapiedi e lui non può fare altro perché “opera col tubo” che non sospinge tutto il resto che lì resta… Tra l’alto il vetro, proprio no, perché la macchina si rompe e poi comunque non è facile indirizzare una bottiglia di birra rotante verso il centro della strada, rischia di rirotolare verso il marciapiedi.
Nel frattempo il traffico si intensifica, passano automobili prima del trabiccolo che spostano e fanno risvolazzare quel poco che era pronto ad essere inghiottito.

Rientro a casa pieno di interrogativi, sull’inutilità di un tale servizio, sui costi, e sui benefici estetici dei nostri marciapiedi. Vi assicuro basterebbero delle foto prima e dopo del passaggio dei due operatori per essere credibile; non era cambiato nulla. Credetemi sulla parola.
L’antica scopa no! Quella solo in centro, dove il turista passa.

(foto dal sito Ama)

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