Ostia, via alle gare pubbliche per le concessioni balneari

Dopo anni di proroghe e scandali, Roma Capitale annuncia un “processo trasparente” per l’assegnazione degli stabilimenti. Stop ai rinnovi automatici, più concorrenza e sostenibilità.

Il Campidoglio ha annunciato oggi l’avvio di quello che ha definito un “passo storico” per la gestione del litorale di Ostia, con la pubblicazione di due avvisi pubblici per l’assegnazione delle concessioni balneari. Le gare, che riguarderanno la gestione di 25 stabilimenti, 4 ristoranti e 11 spiagge libere, interrompono il sistema delle proroghe e dei rinnovi automatici, segnando a quanto pare una svolta verso maggiore trasparenza e concorrenza.

L’obiettivo dichiarato dall’amministrazione capitolina è garantire una gestione più equa e sostenibile delle spiagge, in linea con i principi della cosiddetta direttiva Bolkestein, normativa europea che impone gare pubbliche per le concessioni demaniali marittime. La sua applicazione in Italia ha suscitato forti polemiche, soprattutto tra gli attuali concessionari, che temono di perdere il controllo sulle attività balneari a favore di nuovi operatori.

 

Un cambio di rotta dopo anni di scandali

L’iniziativa arriva dopo anni di controversie legate alla gestione delle concessioni balneari a Ostia, un municipio che ha vissuto episodi di malaffare e infiltrazioni criminali. Già nel 2014, l’inchiesta della Procura romana “Mondo di Mezzo” aveva rivelato un sistema di gestione opaco delle spiagge, con estorsioni e concessioni pilotate, e l’inchiesta “Tramonto” aveva portato poi a una serie di condanne (nel frattempo, il Municipio X era stato sciolto per le infiltrazioni della criminalità organizzata.
La nuova procedura di assegnazione, che include una componente economica legata al fatturato, mira secondo il Comune a evitare situazioni di monopolio e garantire introiti adeguati per il miglioramento del litorale.
Le offerte saranno valutate su due parametri: la qualità della proposta tecnica (70 punti) e l’offerta economica (30 punti), che prevede il pagamento di una royalty proporzionale al fatturato. Saranno premiati progetti con un minore impatto ambientale, maggiore accessibilità e servizi innovativi.

 

Le polemiche sulla direttiva Bolkestein

La direttiva Bolkestein, che impone anche la messa a gara delle concessioni balneari, è stata a lungo oggetto di discussione in Italia. I gestori attuali hanno ottenuto più volte proroghe, ma la Commissione Europea ha più volte ribadito l’obbligo di adeguarsi alla normativa. Con il nuovo bando, Roma Capitale si allinea alle richieste della UE e alla giurisprudenza italiana, cercando di evitare il rischio di sanzioni per il mancato rispetto delle regole comunitarie.

Secondo il sindaco Roberto Gualtieri, il nuovo sistema rappresenta “un’opportunità per il futuro della città” e per una crescita sostenibile del litorale. Anche l’assessore al Patrimonio Tobia Zevi sottolinea la necessità di ristabilire trasparenza e legalità nella gestione delle spiagge, restituendole ai cittadini.

Le offerte dovranno essere presentate entro la metà di marzo e saranno valutate da una commissione che stilerà la graduatoria per l’assegnazione annuale. Questo passaggio rappresenta una svolta epocale per il litorale romano, che potrebbe finalmente avviarsi verso una gestione più moderna e inclusiva.

 

Stabilimenti e spiagge interessate dalla “svolta”

I bandi riguarderanno le seguenti aree: gli stabilimenti Bagni Vittoria, La Conchiglia, Urbinati, Elmi, Lido Beach, Marechiaro – Kelly’s, El Miramar, Il Delfino, Belsito, Plinius, La Vecchia Pineta, Sporting Beach, Orsa Maggiore, Zenit, La Bussola, La Bicocca, La Spiaggia, La Vela, Miami, La Bonaccia, La Capannina a mare, Guerrino er Marinaro, Il Corsaro, Il Gabbiano, Circolo Nauticlub Castel Fusano, i ristoranti Edonè, Lido, Kelly’s e El Miramar, i chioschi nelle spiagge libere Bahia e Casagni Rita e quelle senza strutture esistenti Spiaggia Rossa, Cotto Ocra, Senape Limone, Rosa Sabbia, Verde, Gialla, Grigia, Spqr e Bianca.

[Le foto sono di Laura Crialesi]

 

 

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