Abbiamo ristrutturato il sito di Roma Report. E no, non vogliamo fare l’ennesimo sito di notizie su Roma. Il nostro modello è un altro: puntiamo a creare un New Yorker de’ noantri. Un Romayorker!
Un luogo dove si scrive bene, si pensa meglio, e si prova a prendere il tempo per raccontare le cose con cura. Niente titoli clickbait, niente ‘shock’, niente ‘non ci crederai mai’. Qui si viene per leggere, riflettere, magari sorridere, e qualche volta pure per cambiare idea.
Vogliamo articoli (post) che ti tengano compagnia come un amico intelligente al bar: che ti parli di quello che succede nel mondo, ma anche del libro che ha letto, della mostra che ha visto, del quartiere che cambia. Un blog collettivo, sì, ma con ambizione e stile. Senza prendersi troppo sul serio, ma prendendo sul serio quello che si scrive.
Lo sappiamo: Roma è una vecchia ciabatta. Disillusi, lo siamo anche noi. La maggior parte di noi non crede che possa cambiare granché — o se succede, sarà tra qualche generazione. Ma non per questo smettiamo di parlarne. Anzi. Discutere, confrontarsi, farsi venire idee — ppure strampalate — serve. È un esercizio di cittadinanza, e anche una forma di affetto per questa città, bella e scassata.
Non tutto quello che pubblicheremo sarà inedito. Anzi. Una delle cose belle del web è che permette di raccogliere, rilanciare, mettere insieme. Vogliamo essere anche un aggregatore intelligente: un posto dove trovi cose interessanti, magari già uscite altrove, ma qui riordinate con gusto e senso.
Insomma: un piccolo laboratorio di scrittura e pensiero. Un posto dove il pezzo lungo non è una colpa, e dove si può ancora parlare di cultura, politica, sentimenti e cose del mondo con un po’ di grazia e un pizzico di ironia.
È ambizioso? Sicuramente. Ma se non puntiamo in alto, che stiamo a fare? Se volete la cronaca spicciola, i comunicati della polizia e le lamentele sul traffico, vi bastano due clic. Qui, invece, proviamo a raccontare altro. Meglio. A modo nostro.
E ovviamente, se volete partecipare, con le vostre proposte, siamo qui.