Il muratore 66enne Octay Stroicy non ce l’ha fatta dopo il crollo della Torre dei Conti. Mentre la città osserva il lutto proclamato dal sindaco Gualtieri, emergono dettagli su fondi PNRR, responsabilità istituzionali e dinamiche dei lavori in corso al momento del cedimento.
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È passato un giorno dal crollo e purtroppo il muratore di 66 anni rimasto sotto le macerie è morto: si chiamava Octay Stroicy e lavorava in cantiere, nonostante l’età. Il sindaco Roberto Gualtieri ha proclamato per domani, il 5 novembre, il lutto cittadino. I morti nei cantieri purtroppo non sono una novità a Roma, ma questo è un caso speciale per tante ragioni: l’impatto mediatico dell’evento, l’importanza del monumento, il riverbero anche internazionale che la vicenda ha avuto, l’attesa e la speranza che Octay ce la facesse, un po’ come avvenne con Alfredino Rampi a Vermicino.
Oggi provo a rispondere alle domande che avevo posto ieri a caldo su Roma Report, dato che nel frattempo un po’ di notizie sono arrivate. Gualtieri dice che sarà la magistratura ad accertare la causa crollo: il che è vero e ovvio, ma ciò non deve impedirci di capire cosa sia successo.
C’erano dei lavori in corso, che genere di lavori?
I lavori prevedevano il restauro e il consolidamento della torre, ma anche molto altro: lo sfruttamento del suo ipogeo (il sottosuolo), una terrazza per la ristorazione e l’integrazione della torre nel percorso dei Fori, di cui sarebbe stata una sorta di fulcro informativo e di tutta la passeggiata archeologica. Per il momento i lavoratori stavano rimuovendo amianto e solai caduti. Erano già stati erogati almeno 440.000 euro.
Chi li ha autorizzati?
I lavori sono finanziati con i fondi del PNRR: quindi fondi UE, che stanno per scadere e che ci sono stati dati per riprenderci dopo l’emergenza Covid. I fondi europei vengono amministrati a vari livelli, però il punto finale quello operativo, non strategico, è l’autorità di gestione, che in questo caso è il Comune di Roma.
Tutti gli atti sono stati firmati da dirigenti del Comune. Qui link all’assegnazione a trattativa privata per la stesura del progetto dei lavori a un architetto. Assolutamente entro il limite di legge. Però dà l’idea della fretta che inevitabilmente c’è, a questo punto della spesa dei fondi. Così da una determina del Comune tra i 113 interventi del Programma “Caput Mundi. Next Generation EU per grandi eventi turistici” di competenza di Roma Capitale, nella linea di investimento “PNRR Patrimonio culturale di Roma per Next Generation EU”, è compreso l’intervento ID. n.26 “Tor de’ Conti – Restauro e allestimento dell’edificio” con un importo complessivo di € 6.900.000,00, per Servizi tecnici di ingegneria e architettura in fase di progettazione ed esecuzione e per Lavori; con Determinazione Dirigenziale n. Rep. RI/428/2022 del 05/08/2022 sono stati nominati i Responsabili Unici dei Procedimenti degli interventi.
Si consideri che il Sindaco è anche commissario straordinario per il Giubileo e i relativi fondi PNRR. Grandi poteri, grandi responsabilità.
Cosa ci faceva un “operaio”, immagino un muratore, di 66 anni lì?
Ci lavorava, ovviamente, però a quell’età forse sarebbe stato meglio che il mondo o l’azienda gli avessero concesso un impiego diverso, meno pericoloso.
Gli “operai” erano in regola?
Non lo so ancora.
Le norme sulla sicurezza sono state rispettate?
Non lo sappiamo ancora. Intanto, nella giornata di ieri i militari del nucleo Ispettorato del lavoro di Roma hanno sentito i lavoratori, il direttore dei lavori, e i titolari delle due società impegnate nell’appalto, mentre i carabinieri del comando di Piazza Venezia hanno ascoltato due testimoni. Al sopralluogo di oggi 4 novembre saranno presenti anche dei consulenti nominati dai magistrati che coordinano il fascicolo, in cui si procede per disastro colposo e omicidio e lesioni colposi commessi in violazione della norma antinfortunistica.
La Soprintendenza era al corrente dei lavori?
Certamente. Anzi, c’è un ufficio comunale per la sovrintendenza archeologica che ha autorizzato. Quello in questione era il progetto più grande, insieme a quello all’Eur per il museo della Civiltà romana.
La sovrintendenza capitolina ha emesso questa nota: “Il crollo della Torre dei Conti a Largo Corrado Ricci ha interessato il contrafforte centrale del lato meridionale e ha provocato a sua volta il collasso di parte del sottostante basamento a scarpa. Un secondo crollo ha interessato parte del vano scala e del solaio di copertura”, ha specificato in una nota la Sovrintendenza capitolina ai beni culturali subito dopo il doppio cedimento.
La Torre, si legge nella nota, “era chiusa dal 2007 e per il suo recupero è stato stanziato uno dei finanziamenti più consistenti del Pnrr ‘Caput Mundi’. L’intervento in corso, denominato ‘ID 26 – Tor de’ Conti – Restauro e allestimento dell’edificio’, ha un importo complessivo di 6.900.000 euro e prevede opere di consolidamento statico, restauro conservativo, installazione di impianti elettrici, illuminotecnici, di sollevamento e idrici, abbattimento delle barriere architettoniche, allestimento museale dedicato alle fasi più recenti dei Fori Imperiali, realizzazione di un Centro Servizi per l’Area Archeologica Centrale, di una sala conferenze e di spazi espositivi, oltre a un percorso di visita alla Torre e alla parte ipogea”.
Al momento del crollo, conclude la nota, era “in corso il primo stralcio dei lavori, avviato a giugno 2023 e sostanzialmente concluso, per un importo di circa 400.000 euro, comprendente la bonifica dall’amianto e lavorazioni preliminari. Prima dell’avvio delle opere sono state effettuate indagini strutturali, prove di carico e carotaggi per verificare l’idoneità statica della struttura, che avevano attestato le condizioni di sicurezza necessarie per procedere agli interventi sui solai”.
Il Comune, che ha rilasciato regolare SCIA, ha fatto qualche controllo?
Ne ha fatti di preventivi, anche sulla staticità: insomma, l’edificio avrebbe dovuto reggere ai lavori. Ma non è accaduto, non sappiamo ancora perché. Nelle relazioni si parla dell’ammaloramento delle crepe delle piante spontanee: si è più che coscienti del degrado anche strutturale dell’edificio. Anzi, sono considerate ragioni per intervenire.
I lavori hanno a che fare con qualche eco bonus, super bonus, bonus facciata etc?
Lì era tutto un PNRR. Che non è bonus, ma sono fondi pubblici, anzi europei.
Oppure si voleva creare qualche indispensabile struttura ricettiva?
Bisogna intendersi sul concetto di “ricettivo”. La torre doveva diventare tante cose: bar, ristorante, terrazza panoramica, aula studio, centro servizi. Qui un link al un video del sindaco, che prendiamo in prestito dalla pagina FB del nostro Massimiliano Cacciotti, in cui si spiega cosa sarebbe diventato l’edificio. Comunque, per fare tutte queste cose andava praticamene svuotata di quello che c’era: appartamenti, solai, ascensori, scale.
Quale impresa stava eseguendo i lavori?
Octav Stroici lavorava per EdilErica, ditta definita di “eccellenza” – a dire il vero con poca eleganza in questo momento – da alcune testate romane, che si occupa anche di edifici storici. Nel cantiere opera anche la Picalarga srl. I carabinieri hanno identificato una decina di lavoratori che si trovavano nell’area nella mattinata di lunedì. Le indagini dovranno accertare anche se si stavano rispettando le misure di sicurezza sui luoghi di lavoro. Le verifiche accerteranno anche se le ditte appaltatrici fossero in possesso dei requisiti tecnici idonei al tipo di intervento. Parallelamente, i magistrati hanno disposto una consulenza affidando l’incarico a un ingegnere strutturista e a un architetto per valutare se l’intervento fosse adeguato al tipo di edificio, lo stato della Torre e le cause del crollo.
[La foto è tratta dal sito del Comune di Roma]
