14 Novembre 2025

“Il teatro infinito di Andrea Camilleri”: una mostra a Palazzo Firenze. Prorogata al 19 novembre,

Un percorso espositivo tra documenti originali, fotografie, lettere, copioni, organizzato presso la sede della Società Dante Alighieri per scoprire la figura e il mondo di Camilleri.

Scene, voci, accenti, scritture” recita la prima parte del titolo della raccolta in cui si ripercorre la vita dell’autore del Commissario Montalbano (e non solo) nella mostra aperta a Palazzo Firenze, fino al 9 novembre: sei sezioni tematiche allestite con vario materiale appartenuto allo scrittore siciliano per un incontro suggestivo, tra storia e fantasia, raccontato anche in audio-guida con la voce di Marco Presta, già allievo di Camilleri all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica.

Andrea Camilleri, 2017

Ricostruire il percorso di uno degli autori più amati dal pubblico è stato possibile non solo per la quantità (e qualità) degli oggetti esposti, ma per l’attitudine di Camilleri – similmente a Pirandello- a concepire il mondo come un grande palcoscenico dove voci, accenti e scritture si intrecciano nel teatro infinito del titolo.

L’universo creativo dello scrittore e giornalista vede anche una fitta rete di contatti e di amicizie, di scambi intrattenuti con numerosi protagonisti della cultura italiana, così da mostrare la coerenza di un impegno militante e artistico, che va dalla formazione giovanile alla consacrazione internazionale, attraverso il teatro, la radio, la televisione, la narrativa e l’arte visiva dalla metà del Novecento fino al nuovo secolo/millennio.

La mostra inizia con le foto di famiglia, i quaderni scolastici e i libri del giovane Camilleri, con le edizioni di Montale e Saba, due artisti che ne influenzarono la scrittura; tra alcune carte reperite nella sua casa spiccano due documenti ottocenteschi che furono spunto per il romanzo “La concessione del telefono”. Il percorso si snoda con le lettere di Alba de Céspedes ed Elio Vittorini, fino all’ingresso del giovane Andrea all’Accademia d’arte drammatica di Roma, che segna l’inizio della sua carriera teatrale. Due bacheche raccontano inoltre il Camilleri regista: dal sodalizio con Orazio Costa alle regie di Beckett, Pirandello e Ionesco, documenti, recensioni e copioni testimoniano la sua passione per il teatro dell’assurdo e ripercorrono la sua attività televisiva, con la produzione di una serie dedicata a Eduardo De Filippo.

Finalmente Camilleri approda alla RAI: sono mostrate le lettere, i copioni e le sceneggiature radiofoniche e televisive come quelle del “Versificatore” (in mostra una lettera di Primo Levi), di “Western di cose nostre” (di Sciascia) e delle due serie “Il tenente Sheridan” e “Maigret”. Altre due bacheche esplorano la nascita del Camilleri narratore: da “Il corso delle cose” (1978) all’invenzione poliziesca di Montalbano. con tanto di glossario siciliano redatto dallo stesso autore. La mostra si chiude con la rievocazione del monologo “Conversazione su Tiresia”, che lui stesso recitò al Teatro greco di Siracusa nel 2018: in questa occasione, l’autore suggellò la trasformazione della sua voce e del suo pensiero, sempre lucido e critico, nel simbolo stesso di una vitalità rimasta creativa e brillante fino alla fine.

Lunedì – venerdì ore 10 – 18, sabato e domenica ore 10 -14, chiusa il 1° e il 2 novembre. Ingresso libero. Palazzo Firenze, piazza Firenze, Roma.

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