Nicoletta Vallorani, una delle maggiori voci della narrativa di fantascienza in Italia, accoglie con entusiasmo l’uscita del Meridiano dedicato a Philip K. Dick (Opere scelte, 2025): un segnale significativo che la fantascienza stia entrando nel panorama della letteratura “alta”, con un’autorialità mainstream finalmente riconosciuta. Vallorani sottolinea però come, fino a poco tempo fa, la narrativa di genere, specialmente quella italiana, fosse spesso ostracizzata da editori e giurie premi, considerata poco “degna” .
Prende spunto dall’esperienza personale nel commentare come molti scrittori rifiutino anche solo di ammettere un’influenza fantascientifica, segno di un pregiudizio culturale ancora radicato. Ma la collana Meridiani —per definizione rivolta al canone letterario— inserisce Dick in una nuova orbita di prestigio: non più etichetta “popolare”, ma riconoscimento letterario.
Vallorani osserva una tensione interna al fandom: molti critici lamentano la scarsa selezione delle opere e il fastidio per la definizione “solo fantascienza”. Tuttavia, sottolinea che, nonostante Dick aspirasse a superare la categorizzazione di genere per approdare al mainstream, resta profondamente un autore di letteratura dell’immaginario.
Ripercorrendo un parallelo con Ursula K. Le Guin, ricorda come anche quest’ultima avesse insistito per essere riconosciuta come autrice di sci‑fi e che solo di recente l’editoria italiana ha iniziato a valorizzare il suo lavoro con nuove traduzioni e raccolte in collane prestigiose. Insomma, le case editrici generaliste sembrano oraimpegnate nel portare la fantascienza al centro della narrazione letteraria…
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