18 Luglio 2025

Renzo Arbore, padre fondatore della radio contemporanea

Per noi che abbiamo subìto il fascino della radio al punto da farla, e lavorare dietro un microfono, Renzo Arbore è una sorta di padre putativo. E sì che molti lo ricordano soprattutto al timone di trasmissioni televisive storiche come L’altra domenica (1976-1979), Quelli della notte (1985) e Indietro Tutta (1987-1988) tra le altre; ma il caro Renzo è stato, e rimane, soprattutto un animale radiofonico e musicale.
Qualche settimana fa ho avuto il piacere e l’onore di assistere alla presentazione romana del libro Renzo Arbore, Bontà Vostra (vita, opere, opinioni e quant’altro) e c’è scappata pure una dedica sul volume, opportunità che da sempre preferisco ai più tecnologici selfie. Si tratta di una biografia di Arbore raccontata in parte in prima persona, in parte sotto forma d’intervista con un’ampia sezione, anzi due, dedicata alle testimonianze di molti – ma sicuramente non tutti – i personaggi famosi che l’autore ha incrociato nel corso dei lunghi anni di carriera, alcuni dei quali lanciati da lui stesso.
Accompagnato dal fido collaboratore Gegè Telesforo – con il quale ha realizzato Come ridevamo, la sua ultima fatica televisiva – Arbore, nato a Foggia 88 anni fa, ha snocciolato durante la presentazione un’ampia serie di racconti e aneddoti relativi anche ai suoi esordi. “Per lunghi anni, almeno sino a quando è nata la televisione, la radio è stata la colonna sonora della mia vita. Io stesso appartengo a una generazione educata alla radio; la mia educazione, sia musicale che culturale, è stata profondamente influenzata dalla radio”.

Il padre Giulio era “un affermato dentista appassionato di opere liriche”, la madre Giuseppina Cafiero “suonava il piano ed era profonda conoscitrice di musica napoletana”. Va da sé che con due genitori così, la propensione per la musica fosse connaturata nel giovane Renzo. Destino volle che nei primi anni Sessanta, fresco di laurea in giurisprudenza, Arbore si ritrovò a Roma, e non avendo un mestiere fisso decise di partecipare a un concorso Rai con un certo Gianni Boncompagni. “Siamo capitati in Rai in un momento in cui avevano allontanato dall’azienda alcuni programmatori di musica leggera che non si erano comportati correttamente, si diceva che prendevano soldi dalle case discografiche. Io e Gianni fummo chiamati d’urgenza a mettere le pezze, a scegliere la musica, a fare i programmi”.

Dal connubio professionale con Boncompagni nacque Bandiera Gialla, programma musicale talmente innovativo per l’epoca dedicato ai minori di 18 anni, come recitava la sigla, da essere visto con diffidenza dalla dirigenza Rai: da qui il titolo ispirato alla segnalazione di quarantena che si usa sulle navi che ospitano a bordo malati gravi.
La trasmissione, in onda al sabato pomeriggio, proponeva novità musicali soprattutto estere votate dal pubblico in studio, fra le rare promesse italiane comparve un timido Lucio Battisti. Siamo nel 1965: l’anno successivo Arbore tornò da solo in radio con Per voi giovani, contenitore pomeridiano che oltre a offrire musica approfondiva i testi, interpretava la musica, creava un ponte con gli ascoltatori. Con gli anni Settanta Arbore insieme a Boncompagni creò Alto Gradimento, trasmissione destinata a entrare nella storia con cui stravolse tutti i canoni radiofonici del momento. “Alto Gradimento nacque per protesta contro le atmosfere del Sessantotto, che allora politicizzava un po’ tutto. In quegli anni si rideva pochissimo. Rincontrandoci, io e Gianni dicevamo: perché non fare un programma di assoluta evasione che non abbia né politica, né altro tipo di impegno? E quindi andammo dall’allora direttore della radio a cui proponemmo un titolo che fu subito bocciato: ‘Musica e puttanate!’ Ma questo era per far capire come sarebbe stato il programma… Ci fu dato l’ok purché si chiamasse in modo diverso”.

L’assoluto cazzeggio di cui l’intera trasmissione era permeata prese il via sul Secondo Programma Rai (poi Radio 2) il 7 luglio 1970 alle 12.40. Affiancavano Arbore e Boncompagni Mario Marenco e Giorgio Bracardi, autori di tutta una serie di improbabili personaggi che, uniti alla verve dei conduttori, avrebbero fatto la fortuna del programma, tanto da ispirare una moltitudine di produzioni nelle future radio libere. Durante la presentazione del libro, parlando di Alto Gradimento Renzo Arbore si infervora, divenendo una fucina di aneddoti. “Alto Gradimento era una continua improvvisazione, non troverete in casa mia un solo copione della trasmissione”. E poi: “ Bracardi era andato in fissa con Dracula, aveva comprato dei denti finti e si divertiva a saltar fuori dagli angoli più improbabili conciato in quel modo, poi arrivavamo noi con le croci e l’aglio per compiere un esorcismo e lui si liquefaceva”.

Gegè Telesforo suggerisce ad Arbore di raccontare l’incontro tra Bracardi e Mina. “Quella volta Bracardi si fece trovare di spalle con le braghe calate e il deretano di fronte al microfono, nell’intento di esprimere un’opinione con il lato b. La cantante rimase in primo momento interdetta, poi si fece una risata: so per certo che ancora ricorda quell’episodio. Inoltre facevamo delle scorribande durante le trasmissioni degli altri. Una volta Ubaldo Lay, il famoso tenente Sheridan, alla conduzione di ‘Voi ed io’ , ci denunciò all’intendente di palazzo, il funzionario preposto”.

Personalmente, ricordo ancora in quegli anni come mi affrettassi a tornare a casa dopo la scuola per ascoltare per lo meno le ultime battute del programma in onda fino alle 13.30 circa con, per fortuna, una replica domenicale.
Incredibile a credersi, la Rai cancellò tutte le bobine di Alto Gradimento, resuscitato qualche anno fa grazie alle registrazioni amatoriali di un appassionato, ora disponibili su Raiplay. Purtroppo le successive trasmissioni costruite sulla falsariga di Alto Gradimento, come Radio Trionfo del 1977 e Non è la BBC, non ebbero il medesimo successo.
Renzo Arbore dopo Speciale per voi, in onda tra il 1969 e il 1970, era ormai pronto per spiccare il volo sul piccolo schermo.

Post correlati

Movida e vecchi merletti

Elio Rosati

Buzzicona

Mario Carocci

L’assessora e la consulente

Massimiliano Di Giorgio

La Parigi che non esiste di “Emily in Paris”

Hanna J. Thompson

Mobilità e gentilezza, a Roma e non solo

Carlo Coronati

Leverkusen – Roma 2-2, a un passo dal sogno

Mauro Monti

Lascia un commento