La scritta Carcere giudiziario che sta sopra l’ingresso principale si può vedere anche passando su Lungotevere.
Però affiora di poco, proprio ad altezza d’occhio, perché via della Lungara è parecchio più in basso rispetto al livello della strada che accompagna il fiume.
Antica e malandrina leggenda, perpetuata da una nota canzone, narra che dentro al penitenziario di Regina Coeli, ospitato lì sotto, vi fosse uno scalino, e che “chi nun salisce quello nun è romano”.
Del gradino in questione, nei decenni, si sono perse le tracce. Ci sono però due rampe che mettono in comunicazione Lungotevere e Lungara, cioè in pratica galera e resto del mondo, con l’esclusione di Trastevere.
Difficile dirle belle, seppure non siano molto diverse – marmo bianco l’una e peperino l’altra, sampietrini entrambe – da tante altre.
È che tutto, lì intorno, risente della presenza di quell’extrasistole nel cuore della città, che custodisce le memorie di Roma criminale e quelle della deportazione nazista oltre che – in senso letterale, e asfissiante – le vite di migliaia di reclusi, tra cui abbondano i disgraziati e i romani sono oggi in netta minoranza.
Antica e malandrina leggenda, perpetuata da una nota canzone, narra che dentro al penitenziario di Regina Coeli, ospitato lì sotto, vi fosse uno scalino, e che “chi nun salisce quello nun è romano”
Le telecamere di sorveglianza accompagnano necessariamente il perimetro, i condizionatori d’aria punteggiano le finestre della facciata, quelle a bocca di lupo si mostrano orride solo a chi spinge con attenzione lo sguardo sui lati.
A destra del carcere, che fu convento, parte via delle Mantellate, cantata per sempre da Gabriella Ferri, voce massima della pietà romana.
Accostata a destra proprio in fondo alla strada, oltre una specie di cordonata spianata dal tempo e dalle auto, c’è una scaletta larga un metro sì e no, che punta verso il Gianicolo.
È istintivo cercare di immaginarla come un’uscita.
[Alessandro Mauro è l’autore di Se Roma fatta a scale (Exòrma, 2016) e Basilio – Racconti di gioventù assoluta (Augh!, 2019)]