Roma tra resilienza e degrado. E speranza
Il degrado di Roma in questi ultimi vent’anni è visibilmente aumentato. Le sue bellezze monumentali e naturali non sono valorizzate e tutelate quanto dovrebbero. I livelli delle polveri sottili nell’aria sono ormai altissimi: ciò è dovuto anche alla scarsità e al malfunzionamento dei mezzi pubblici, che fanno sì che la mobilità privata sia la componente principale per spostarsi in una metropoli le cui distanze sono notevoli.
Siamo soliti dare la colpa alla classe dirigente che non riesce a soddisfare i bisogni del cittadino e ad investire per la città. E’ sempre più raro, però, ritrovare il senso civico anche tra i cittadini stessi, che giustificandosi con il fatto che la città sia ormai in declino, quasi sentono lecito poter trasgredire le più basilari leggi di convivenza, senza minimamente pensare di evitare di aggravare lo stato precario della città, se non addirittura a migliorarla, grazie ai piccoli gesti di ognuno.
Eppure nel 2013 Roma è stata inserita tra le 100 città più resilienti del mondo entro il 2016 grazie al programma internazionale 100 Resilient Cities, lanciato dalla Fondazione Rockefeller. La resilienza urbana è la capacità di individui, formazioni sociali, attività economiche ed istituzionali di una città di sopravvivere ed adattarsi nonostante stress o shock. In queste 100 città selezionate sono state avviate iniziative per potenziare la capacità di resilienza urbana e per aiutarle a diventare più resistenti alle sfide sociali, fisiche ed economiche, quindi sia per gli eventi catastrofici ed imprevisti sia per le sollecitazioni che indeboliscono la città quotidianamente. La nostra capitale ha avuto il vantaggio delle conoscenze e delle opportunità di condivisione e cooperazione del network di questo progetto internazionale ed ha ricevuto un supporto finanziario ed organizzativo per realizzare la sua idea progettuale chiamata “Roma Resiliente” sotto il coordinamento di Alessandro Coppola.
Nel Gennaio 2016 è stata pubblicata la valutazione preliminare di resilienza, nella quale sono stati presentati i risultati di oltre 500 azioni promosse dall’amministrazione di Roma, dall’amministrazione regionale e da alcune imprese, associazioni ed istituti. Come si vede nel documento, la prima fase di “Roma Resiliente” è stata finalizzata a costruire e realizzare uno scenario nel quale sono state individuate le cinque aree principali in cui operare: territori e connessioni, persone e capacità, risorse e metabolismi, sistemi ed infrastrutture, governance e partecipazione. Nella seconda fase del progetto verranno identificate le proposte di azione per costruire la strategia di resilienza urbana entro Giugno 2016.
Rimaniamo in attesa, speranzosi, di questi cambiamenti.