“Approvate il piano casa!”, tanti in piazza

Una settimana dopo la manifestazione del 5 maggio, una nuova iniziativa di Asia USB, Movimento per il Diritto all’Abitare e Time Spin Labs invade la piazza del Campidoglio e chiede di approvare il provvedimento, sciogliendo alcuni nodi irrisolti.

Giudizio sostanzialmente positivo su un piano casa che non è il “piano delle occupazioni”, come lo aveva stigmatizzato la destra dopo il servizio della trasmissione tv “Fuori dal coro” sulla chat in cui l’assessore Tobia Zevi avrebbe “trattato” con gli “abusivi”, ma il piano per la questione abitativa di cui la città ha bisogno. A dirlo è Angelo Fascetti, di Asia USB, aggiungendo che molti dei punti qualificanti del piano della giunta guidata dal sindaco Roberto Gualtieri – per esempio l’acquisto di alloggi, invece della costruzione di nuove case popolari: sia per i tempi sia perché di appartamenti, a Roma, ce ne sono in quantità – o un intervento risolutivo per porre fine allo scandalo dei piani di zona, sollevato proprio dall’associazione degli inquilini, è dovuto “al nostro contributo”.

Una settimana dopo la riuscita manifestazione del 5 maggio, con 4.000 persone, Asia USB ha convocato, insieme al Movimento per il Diritto all’Abitare e allo Spin Time Labs, un presidio/assemblea davanti al Campidoglio. Giovani, donne, pensionati, tantissimi immigrati: il colpo d’occhio sulla piazza testimonia l’ampio radicamento sociale di un movimento che – osserva orgoglioso Fascetti – “Mantiene un presidio anche politico nei quartieri in cui spesso i fascisti lucrano sui disagi e le contraddizioni sociali”.
A Roma Asia USB ha ben 24 sportelli sparsi su tutto il territorio, con una forte presenza nei quartieri periferici e nelle aree più difficili della Capitale, dove non sempre alla distanza dal centro corrisponde una riduzione proporzionale dei canoni. “Già quando siamo entrati negli anni Ottanta l’affitto era 400.000 lire – mi racconta un anziano inquilino ENPAIA di Grotta Perfetta, “dopo il passaggio all’euro siamo saliti fino a 800 euro e ora ci vogliono aumentare l’affitto a 1.200”.

“Oggi siamo qui per spingere sull’approvazione del piano, che doveva essere approvato lo scorso settembre, ma probabilmente slitterà di un anno per problemi vari, inclusa l’ingiustificata polemica scoppiata sulla famigerata chat”, spiega Fascetti, “Ma anche per chiedere che si intervenga su alcuni nodi che non sono ancora stati sciolti, ad esempio quello degli sfratti. Al momento non c’è ancora un meccanismo che assicuri una sistemazione alternativa a chi viene sfrattato”.

Si tratta di un problema che a Roma coinvolge molte persone, spesso in età avanzata o persino con problemi di disabilità, sottoposti a procedimenti esecutivi, a volte su richiesta di società private che gestiscono complessi di edilizia popolare costruiti con soldi pubblici e infrangono le convenzioni sottoscritte col Comune, imponendo canoni di mercato insostenibili per gli inquilini.
“Il problema è che se vieni sfrattato, per essere ricollocato in un alloggio popolare devi essere primo in graduatoria. Quindi bisognerebbe introdurre un meccanismo di scorrimento che consenta di contemperare alle due esigenze”, spiega Fascetti. Un tema che dopo la cancellazione dei fondi per il sostegno all’affitto e alla morosità incolpevole da parte del governo, lo scorso dicembre, nei prossimi anni potrebbe innescare una vera e propria bomba sociale.

 

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