Il coronavirus fa male alla nostra aria
Se vivere in una città inquinata non aiuta certo a difendersi dai virus respiratori, è altrettanto vero il contrario: la pandemia da Coronavirus rende più difficile combattere l’inquinamento. Mettendo l’obiettivo in secondo piano (come tanti altri) e a volte entrandoci direttamente in conflitto.
Ce lo ha ricordato nei giorni scorsi una notizia passata, appunto, senza fare troppo rumore: con una delibera del 3 novembre la Regione Lazio ha deciso di posticipare fino alla fine dell’emergenza Covid le limitazioni alla circolazione di auto e furgoni Diesel Euro 4, che in base all’accordo del 2018 tra Regione e Ministero dell’Ambiente sulla qualità dell’aria sarebbero dovute scattare il 1 novembre 2020.
La decisione, presa su richiesta anche del Campidoglio e condivisa dal Ministero, è legata agli “impatti sanitari e socio economici” della pandemia, si legge nella delibera.
In particolare la Giunta richiama da un lato le misure nazionali e regionali di “distanziamento sociale e di carattere sanitario (…) con particolare riferimento al settore dei trasporti pubblici”; dall’altro la necessità di “modulare la mobilità dei cittadini in modo da ridurre il più possibile i rischi derivanti da forme di aggregazione, anche prevedendo nuove disposizioni concernenti la circolazione dei veicoli più inquinanti”.
Tradotto in breve: la necessità di ridurre i rischi di assembramento, a cominciare dai mezzi pubblici, ha fatto passare in secondo piano la lotta allo smog. Restano le domeniche ecologiche, dalla dubbia utilità (la prima c’è statail 15), ma niente misure più stringenti sulle auto nei giorni feriali.
Nei giorni scorsi un provvedimento analogo è stata presto dalla Giunta della Lombardia: finché la regione resterà in zona rossa o arancione saranno sospesi i blocchi temporanei ai diesel Euro 4 o inferiori in caso di superamento delle soglie di inquinamento – già rinviati da novembre a gennaio sempre causa Covid.
Secondo l’Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente), a Roma il trasporto è la principale fonte di particolato primario (60%). Un quarto di questa quota viene dai tubi di scarico, mentre il grosso viene dalla cosiddetta risospensione, cioè il PM10 che già si trova sulle strade e viene sollevato dal passaggio dei veicoli.
Poi ci sono gli ossidi di azoto (NOx), non solo inquinanti in sé ma anche “precursori” di PM10, ossia soggetti a trasformarsi in particolato per reazione chimica. In questo caso secondo Arpa, viene dal traffico, soprattutto dagli scarichi diesel, il 48% dei NOx del Lazio e fino al 71% a Roma.
In questi giorni il traffico sostenuto dal maggior utilizzo di mezzi privati, insieme all’avvio dei riscaldamenti e all’assenza di pioggia, ha già prodotto i primi sforamenti delle soglie di inquinamento: quella del PM10 è stata superata in molte centraline per 3 giorni consecutivi dal 10 al 12 novembre e solo l’arrivo della pioggia ha interrotto la serie.
A Milano dove il problema è anche peggiore, il superamento delle soglie si PM ha fatto scattare dal 17 novembre le contromisure antismog: riduzione di un grado dei riscaldamenti, il divieto di fuochi all’aperto e di spandimento di liquami zootecnici. Ma quest’anno diversamente dagli anni scorsi – nessun blocco delle auto più inquinanti.
Nel frattempo sul fronte riscaldamento, l’altra maggiore fonte di inquinamento specie in Pianura Padana, il Comune di Milano sta valutando un drastico giro di vite, con il divieto da subito di installare caldaie a gasolio o a biomasse e l’obbligo sostituire quelle esistenti con tecnologie meno inquinanti già dal 2023.
Una misura messa sul tavolo all’indomani della recente condanna dell’Italia da parte della corte Ue sulla qualità dell’aria nelle città e che, al tempo stesso, punta a fare leva sulle opportunità di sostituzione degli impianti del superbonus del 110%.
Sul traffico però, la pandemia sembra lasciare in mano alle amministrazioni armi più spuntate del solito, a cominciare da quella che sarebbe la prima e la più sensata: promuovere l’uso del trasporto pubblico non solo per la passeggiata domenicale.
[L’immagine del titolo, da Pinterest, è un murale del collettivo Robocoop]