La Tosca

Nel 1973, Luigi Magni girò il suo secondo film ambientato nella Roma dell’ottocento. A differenza della trilogia, iniziata dal regista quattro anni prima e di cui fanno parte “Nell’anno del Signore” (1969), “In nome del Papa re” (1977) e “In nome del popolo sovrano” (1990), ne “La Tosca” Luigi Magni non prende spunto da fatti storici realmente accaduti, bensì dall’omonimo testo di Victorien Sardou, il dramma da cui Giacomo Puccini aveva tratto la sua famosa opera lirica.

“La Tosca” di Magni è, a tutti gli effetti, un musical, con la meravigliosa colonna sonora di Armando Trovajoli (i testi delle canzoni sono stati scritti dello stesso Luigi Magni), oltre che con un cast d’eccezione, di cui fanno parte una splendida Monica Vitti nel ruolo della protagonista, Gigi Proietti in quello del pittore Cavaradossi, oltre a Vittorio Gassman, Umberto Orsini, Aldo Fabrizi, Ninetto Davoli, Fiorenzo Fiorentini.

Memorabile la scena finale, quando, dopo le note struggenti della canzone “Nun je dà retta Roma”, cantata a distanza da Proietti e dalla Vitti, avviene l’efficacissimo scambio di battute fra una guardia di Castel Sant’Angelo e Tosca. “Abbada che caschi…” le fa la guardia, preoccupata nel vedere Tosca che cammina sul cornicione del castello, ma Tosca, di risposta, lo zittisce con un secco, quasi impassibile: “Nun casco… me butto!”, che resta una battuta finale di livello paragonabile a quel “Nessuno è perfetto!” che chiudeva il film di Billy Wilder “A qualcuno piace caldo”.

 

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