Se questa è una donna

Può il progetto di pedonalizzazione di una piazza, trasformarsi in una guerra di religione senza esclusione di colpi? Può diventare uno scontro, in cui il concetto di guerra di religione è da intendersi proprio in senso letterale, più che metaforico, con tanto d’intervento sul campo delle milizie di Cristo e di sfilate, tra il sacro e il blasfemo, di provocatori idoli, capaci di creare scandalo fra i cattolici?

È ciò che sta accadendo a piazza Sempione, salotto buono di Montesacro, in una disfida nata col sapore vintage e, in fondo, bonario di un romanzo di Guareschi – da una parte una giunta di sinistra, dall’altra un agguerrito parroco, come ai tempi di Peppone e Don Camillo – ma che di giorno in giorno si sta arricchendo di nuovi elementi di scontro, un po’ meno bonari.

Della questione abbiamo parlato già qualche settimana fa, in un nostro precedente articolo. Tutto nasce da un progetto per la pedonalizzazione della piazza, sostenuto dal presidente del terzo Municipio, Giovanni Caudo. Tra le altre cose, il progetto prevede anche lo spostamento di alcuni metri della statua della Madonna della Misericordia, presente oggi al centro di piazza Sempione.

È su questo che si concentrano le attenzioni del parroco della zona, don Mario Aceto, che ne fa una questione di principio e avvia una raccolta di firme fra i parrocchiani per opporsi allo spostamento dell’immagine sacra. Nel frattempo alcune associazioni di quartiere rilevano anche delle criticità rispetto al progetto, oltre a dichiarare uno scarso coinvolgimento dei residenti nella sua genesi.

Non c’è comunque da dimenticare che il tutto si inserisce in uno schema già pre-elettorale, con il presidente Caudo che punta esplicitamente alla poltrona di primo cittadino di Roma e un clima, non solo fra maggioranza e opposizione, ma anche interno fra i diversi partiti e movimenti che fanno parte della giunta di centrosinistra oggi alla guida del terzo Municipio, tutt’altro che idilliaco.

Nonostante ciò, dopo un primo momento di scontro piuttosto aspro, la questione sembra avviarsi a una più pacifica soluzione. Da una parte la giunta Caudo si dice disponibile a rivedere parzialmente il progetto, ascoltando la voce dei cittadini e delle altre forze politiche, per accogliere i loro suggerimenti su modifiche e migliorie. Dall’altra il Vicariato di Roma pare intenzionato a prendere direttamente in carico la vicenda, di fatto mettendo così in un angolo il focoso e poco diplomatico don Mario.

La battaglia degli striscioni

Mentre in molti tentano perciò di placare le acque, ecco però che altri, contemporaneamente, puntano invece a gettare benzina sul fuoco e nel bel mezzo del tentativo di compromesso e di pacificazione, irrompe sulla scena quella che può essere definita la battaglia degli striscioni.

Sulla statua della Madonna della Misericordia compare nottetempo uno striscione firmato da Militia Christi, una associazione di cattolici ultraconservatori. “Giù le mani dalla statua” recita la scritta. A rimuoverlo, poche ore dopo, ci pensa personalmente un membro della giunta Caudo, Christian Raimo, scrittore, intellettuale, fra i principali sostenitori del progetto di pedonalizzazione della piazza, nonché assessore alla cultura del terzo Municipio.

L’episodio non passa inosservato agli occhi di Don Mario, che, qualche giorno dopo, in una predica fatta sul sagrato della chiesa di piazza Sempione, critica i due pesi e le due misure con cui la giunta Caudo, a suo dire, considererebbe gli striscioni, visto che quello di Militia Christi è stato subito rimosso, però sul balcone del Municipio ne sono apposti da anni ben due, che fanno bella mostra di sé e che il parroco, nel suo discorso, indica alla piccola folla presente.

https://www.facebook.com/christian.raimo.7/videos/10158368715452831/

 

È lo stesso Christian Raimo a postare su Facebook il video della predica del prete, un video che diventa ben presto virale sul web. Col diffondersi di quelle immagini, spunta anche un’accusa di omofobia nei confronti di don Mario, reo di avere stigmatizzato uno striscione con la bandiera arcobaleno, simbolo dei diritti LGBT. Se lo abbia fatto perché contrario al contenuto simbolico di quella bandiera, o semplicemente per dire che se si è rimossa la scritta di Militia Christi vanno rimosse anche scritte analoghe di segno diverso, non è chiaro, ma tanto basta per scatenare le accuse.

La “frocessione” della Holy Vagina

Arriviamo così a domenica 7 marzo, vigilia della festa delle donne. Il CSA Astra, prendendo per buone quelle accuse, decide di realizzare una provocatoria performance proprio davanti la chiesa di don Mario. Viene realizzata una statua a forma di vagina, che pare scimmiottare le fattezze della Madonna, statua che viene portata a braccia in processione lungo le vie di Montesacro. Sulla statua della Madonna della Misericordia viene poi apposto un nuovo striscione, recante stavolta la scritta “Like a virgin”.

Sarà lo stesso CSA Astra a definire questa performance, con curioso neologismo, una frocessione, realizzata in onore della Holy Vagina, cioè la vagina sacra, spiegando poi, anche attraverso un proprio articolo pubblicato dalla rivista Dinamopress, che la manifestazione nasce per essere “una celebrazione anti patriarcale” e “un’iniziativa contro l’oscurantismo clericale nascosto dietro una questione di arredo urbano, un momento di liberazione e festa”.

Una festa che provoca però lo sdegno immediato di numerose associazioni cattoliche, scioccate da un’iniziativa che da molti viene ritenuta blasfema e di cattivo gusto: “Ma le donne poi, sarebbero solo la propria vagina? – si chiede ad esempio Maria Rachele Ruiu, dell’associazione pro Vita e Famiglia, dalle colonne de Il Giornale – La donna ridotta ai suoi genitali non è quello che combattevamo tutte insieme?”.

La frocessione scatena una mitragliata di critiche anche dal fronte dei partiti dell’opposizione municipale. Se l’europarlamentare leghista Simona Baldassarre dichiara: “Anziché battersi per la dignità della donna, cosa fanno le femministe e i centri sociali? Oltraggiano il simbolo più alto della donna, la donna della vita, della religione e della famiglia: Maria, la madre di Gesù”, il capogruppo della Lega in terzo Municipio, Fabrizio Bevilacqua, parte all’attacco della giunta: “Dobbiamo ringraziare Caudo che, dopo aver tenuto nascosto il progetto di pedonalizzazione per evitare la partecipazione ed il democratico confronto, è riuscito a innescare una divisione e una conflittualità nel quartiere che non ha precedenti. La sfilata irrispettosa e volgare inscenata dalle attiviste femministe in piazza Sempione non è in nessun modo rappresentativa delle donne ma, al contrario, è un modo per creare tensioni tra cittadini”. Lo stesso fa Giordana Petrella, esponente di Fratelli d’Italia: “È uno scontro che si sarebbe potuto evitare. La responsabilità è di un’amministrazione municipale egocentrica, che volutamente ha evitato il confronto tra cittadini e le diverse categorie del quartiere”.

Di fronte a questo fuoco di fila, la maggioranza di centrosinistra per ora pare astenersi da ogni commento, probabilmente in difficoltà nel prendere una posizione netta e coesa. Solo sulla pagina Facebook di Christian Raimo compare uno strano testo, in omaggio alla Madonna del Divino Amore. È uno scritto piuttosto inatteso, che per i suoi contenuti e le sue tempistiche, qualcuno interpreta come una sottile, anche se implicita presa di distanza dalla manifestazione organizzata dal centro sociale Astra.

Ma la pedonalizzazione?

Quello che è certo è che, di provocazione in provocazione, di striscione in striscione, di dichiarazione in dichiarazione, di secondo in secondo, ciò che pare uscire sempre di più dal cuore del dibattito è proprio il progetto di pedonalizzazione della piazza, nel merito del quale pare esserci scarsissima attenzione, sopraffatto com’è dalle più glamour e fragorose battaglie di principio sui temi civili e religiosi, o dalle pittoresche e autocelebrative guerre identitarie e di bandiera.

Forse, per evitare che la questione diventi un inutile scontro privo di sbocchi, un fuoco di paglia, incapace di portare vantaggi ai cittadini, che tali vantaggi arrivino in una direzione o nell’altra, occorrerebbe tornare a parlare anche di quello, a discutere sul se e sul come pedonalizzare la piazza, verificando le eventuali criticità, senza irrigidimenti preconcetti e senza fuorvianti guerre di religione.

Un contributo interessante in tal senso lo ha fornito la collega Luciana Miocchi, che nel suo blog, ospitando gli urbanisti Biancamaria Rizzo e Alessandro Galassi, autori di un volume su Città Giardino edito da Minerva nel 2013, torna a concentrarsi sul tema di partenza, cioè il progetto di pedonalizzazione, analizzandone i punti di forza e quelli più critici.

Mi auguro che altri contributi analoghi arrivino a breve in tale direzione e che di questo, d’ora in avanti, si torni a dibattere rispetto a piazza Sempione, evitando in futuro ulteriori striscioni, ulteriori frasi dal sen fuggite, ulteriori sfilate provocatorie. Tutte cose che di sicuro aiutano noi giornalisti a sfornare sempre nuovi titoli e nuovi articoli, ma che, in ultima analisi, rischiano anche di non arrivare a nulla, se non a portare l’acqua proprio in direzione del mulino avverso, quello che, a parole, ogni provocatore dice di detestare e di voler prosciugare.

 

One thought on “Se questa è una donna

  • 1 Maggio 2021 in 16:03
    Permalink

    Movimento…dalle 5 stelle alle 5 stalle! Intanto il parco della madonnetta ad Acilia sta sempre peggio, dopo morte bambino x infarto post subìta aggressione da clochard.

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