Al Trullo, la piazza inventata

Al Trullo, l’ex borgata del Portuense, non esiste una piazza. Che sia una questione di urbanistica o soltanto di toponomastica non è chiaro, ma ci sono solo vie, che prendono in gran parte nome da Comuni toscani.

Ed è all’incrocio tra due strade, via Massa Marittima e via Campagnatico, che però si ritrova di solito il quartiere, intorno al giardino intitolato a Caterina Cicetti, una sindacalista vissuta qui e morta nel 1987. Nello stesso anno, dalle ceneri del cinema “Il Faro” – pochi metri più in là, attraversata via del Trullo – è nato uno dei centri sociali occupati più longevi di Roma.

La “piazza”, piena di gente e che pure resta curiosamente aperta alle auto, è cosparsa di panchine in legno o di cemento ed è coperta in parte da una tettoia di metallo, invecchiata rapidamente nonostante sia stata eretta da pochi anni.

Da un lato l’edicola, il bar coi tavolini fuori e altri negozi; dall’altro i giochi per bambini, che insieme agli adolescenti prendono possesso del luogo soprattutto nel pomeriggio. Tutto intorno, murales e colori. Questo è stato sempre, dal Dopoguerra, il luogo della socialità e delle manifestazioni. E qui è nato il movimento dei “Poeti del Trullo”, un collettivo di artisti che in pochi anni ha dipinto tutto il quartiere: graffiti di street artist anche noti sono spuntati sui muri dei “lotti”, il vasto complesso di case popolari costruito dal regime a fine anni Trenta, lontano dalla città.

Il colore e la fantasia come armi di resistenza contro il degrado, insomma.  Del resto, proprio qui accanto, nella scuola elementari Collodi, Gianni Rodari compose con le maestre e gli alunni, nei primi anni 60, il romanzo “La torta in cielo”: parla di un’arma atomica che per un errore dello scienziato che l’ha progettata si trasforma in un enorme dolce volante.

Nella “piazza” i discorsi sono i soliti. Le malattie di stagione, lo sport, i mezzi pubblici, notizie dei conoscenti, la spesa (dall’altro lato sopravvive il piccolo mercato rionale, anche se qui la gente fa spesa soprattutto al discount).

In teoria ci sarebbe un altro spazio davanti alla chiesa dell’ex borgata, San Raffaele, accanto a cui è sorto da anni un piccolo ma attivo teatro. Nonostante il restauro dei giardini e le panchine nuove di zecca, però, qui regna soltanto il silenzio.

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