Quel brutto voto di Latina

Latina conta in tutto 116 sezioni elettorali. In circa una su 5 di quelle sezioni, alle ultime amministrative, si sono verificate irregolarità. Quasi un record. Così ha stabilito il Tar del Lazio, facendo decadere sindaco e giunta comunale. Salvo sorprese, a breve verrà nominato un commissario e si andrà a nuove elezioni.

Era l’ottobre del 2021 quando, in quella città che nacque come Littoria, da sempre baluardo della destra, ad essere nominato sindaco, era stato Damiano Coletta, sostenuto da PD e Articolo Uno. Una vittoria a sorpresa, dato che il centrodestra, nel suo complesso, aveva ottenuto circa il 53% dei consensi, con un proprio candidato che aveva sfiorato la vittoria già al primo turno. Poi, al ballottaggio, il colpo di scena.

Sarà forse colpa dello stesso nome di battesimo, ma Coletta potrebbe essere definito come una sorta di Damiano Tommasi ante litteram, cioè un ex giocatore professionista, entrato in politica, capace di affermarsi “fuori casa”, in una città sancta sanctorum della destra italiana. Fu così già nel 2016, quando Coletta guidò una coalizione civica. Per poi ripetersi lo scorso anno, stavolta sostenuto dal centrosinistra.

Non risulta soddisfatto il requisito della corrispondenza tra le schede autenticate, quelle utilizzate per il voto e quelle non utilizzate

Però, le elezioni del 2021 avevano subito evidenziato delle forti stranezze. Al primo turno, infatti, come accennato prima, la coalizione di centrodestra aveva ottenuto la maggioranza assoluta nei voti di lista. Non così era stato per il proprio candidato sindaco, quel Vincenzo Zaccheo, già sindaco di Latina dal 2002 al 2010 – dopo la lunga era di Ajmone Finestra – ex parlamentare, uomo forte e ben noto in città.

Al primo turno di quelle amministrative, Zaccheo non aveva superato il 50% per soli mille voti. Comunque, la sua vittoria al ballottaggio veniva data per scontata, visti i tredici punti di vantaggio che lo separavano dal proprio avversario. Non andò così. A quel punto, però, molti cominciarono a storcere il naso e a evidenziare che qualcosa non andava nei conteggi delle schede.

A quanto pare, quei sospetti non erano infondati. Infatti, in base alla sentenza del Tar “non risulta soddisfatto il requisito della corrispondenza tra le schede autenticate, quelle utilizzate per il voto e quelle non utilizzate” in ben 22 sezioni elettorali su 116. Una incongruenza che, secondo i giudici del Tar, ha probabilmente inciso in modo determinante sulla mancata elezione al primo turno del candidato Vincenzo Zaccheo.

A breve verrà nominato un commissario, incaricato di traghettare la città verso le nuove elezioni. Damiano Coletta, ovviamente, ha però la possibilità di presentare un ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza emessa dal Tar. Per il momento, la proclamazione degli eletti, sia del sindaco che del consiglio comunale, è annullata.

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