La Madonna Fiumarola

“Siamo solo noi” avrebbe detto Vasco Rossi, se fosse nato a Trastevere. D’altronde è questo il significato della Festa de’ Noantri: una festa per “noi altri” trasteverini, noi che semo li mejo fichi der bigonzo, alla faccia di tutti gli altri. Una festa che i romani amano da sempre e che oggi conoscono soprattutto per le sue bancarelle, le sue libagioni, i suoi spettacoli. Meno per i suoi aspetti religiosi. Eppure questa festa non nasce come evento godereccio, ma come ricorrenza sacra.

Le sue origini, secondo una leggenda, risalgono al 1535: si racconta infatti che, dopo una tempesta, fu rinvenuta alla foce del Tevere una statua in legno di cedro della Vergine Maria. La Madonna, per questa ragione, fu chiamata “Madonna Fiumarola”. Venne poi donata ai carmelitani – da cui deriva il suo nome ufficiale di “Madonna del Carmine” – della Basilica di San Crisogono, in piazza Sonnino, divenendo la santa protettrice dei trasteverini.

Dopo una tempesta, fu rinvenuta alla foce del Tevere una statua in legno della Vergine Maria

La statua si trova ora nella Chiesa di Sant’Agata in Trastevere, nella piazza a metà percorso di via della Lungaretta. Da qui ogni anno, il primo sabato dopo il 16 luglio – quest’anno, però, la data prevista è proprio quella del 16, cadendo di sabato – giorno dedicato alla Beata Vergine del Monte Carmelo, una statua lignea policroma, che raffigura la Madonna del Carmine, viene portata in processione per le vie di Trastevere fino alla Basilica di San Crisogono, dove, dopo una breve sosta, torna nella chiesa di Sant’Agata.

Lì rimane solennemente esposta per una settimana, fino a che, la domenica successiva – quest’anno la data prevista è quella di domenica 24 luglio, con inizio della cerimonia alle 19,30 – ha luogo la tradizionale processione sul Tevere. La statua, infatti, viene adagiata su una barca e percorre il fiume fino all’altezza di ponte Garibaldi. Da lì, poi risale fino alla chiesa di Santa Maria in Trastevere, dove rimane sino alla mattina seguente, quando ha luogo un’ultima processione per i vicoli del rione, a chiusura dei festeggiamenti.

A lungo è stata questa serie di processioni la vera e propria “Festa de’ Noantri”. Quella Trastevere piena di bancarelle, di manifestazioni musicali e teatrali, di osterie all’aperto stracolme di romani e di turisti, che noi conosciamo, è invece una tradizione relativamente recente, che ha meno di un secolo di vita e che ha avuto inizio a partire dagli anni venti e trenta, con l’obiettivo di dare maggiore impulso alle celebrazioni liturgiche, accentuando l’aspetto popolare della festa. Un obiettivo decisamente raggiunto.

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