La pennica

Cosa sia la pennica, o pennichella – che di pennica è il diminutivo – è forse superfluo spiegarlo. Il termine è ormai diventato di uso comune anche fuori dal Raccordo Anulare e indica il sonnellino ristoratore pomeridiano, spesso dovuto a un sonnolenza post prandiale.

Quello che forse è meno noto è il perché si dica così. Questa parola romanesca arriva dritta dritta dal latino, dal verbo “pendiculare” che significa “pendere, inclinarsi”.

La pennica, si sa, si fa tradizionalmente in poltrona, o in qualche altra situazione poco agevole e perciò chi dorme seduto, tende a pendere sui lati o in avanti o indietro.

Dunque la parola pennica e il suo diminutivo pennichella, alludono al movimento declinante e oscillatorio del capo di chi sta per addormentarsi in una posizione scomoda.

Altra cosa che forse in pochi sanno, è che anche l’equivalente ispanico della pennichella, cioè la “siesta”, ha origini romane.

Il termine deriva infatti dal latino “hora sexta”, che per gli antichi Romani indicava la metà della giornata. Una giornata iniziata all’alba, che era ovviamente considerata l’ora prima. I Romani, infatti, dividevano l’intera giornata in 12 ore anziché in 24.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.