L’AS ROMA IN DIFFERITA / Sprofondo giallorosso

Derby perso 0-1, Serie A 13ª giornata.

Dopo il derby, perso in malo modo, non scema la conflittualità tra i tifosi della Roma: c’è chi sostiene che la colpa vada ricercata nelle prove pessime dei giocatori deresponsalizzando il mister e chi invece punta il dito sul tecnico di Setubal. Diciamo piuttosto che la responsabilità è di tutti.

Iniziamo dai giocatori.
C’era una volta un prolifico attaccante inglese che aveva impressionato alla sua prima stagione in serie A con tanto di clausola di rescissione fissata a 80 milioni di euro. Adesso Tammy continua a generare forti impressioni, in negativo. Ad inizio stagione era nubivago, ora fa venire in mente le parole del poeta “Ei fu siccome immobile”. Emblematico l’episodio con protagonista Abraham al 40’ del primo tempo. Riesce, dopo tempo immemore, a liberarsi dell’avversario, entra in area, e come già avvenuto nell’ultima partita col Napoli, tentenna se tirare o passare. Già un attaccante che si inchioda se tirare o passare è da mandare in tribuna; la scelta deve essere rapida. Se poi il giocatore conclude il tentennamento ripiegando su un passaggio debole, una specie di mozzarella di bufala rotolante,  che arriva nell’unica zona dell’area dove non c’è nessuno, è prodigioso! Sublime!

Parliamo di Karsdorp. Il più coerente tra i nostri. Su 50 passaggi che gli arrivano, 49 volte la ripassa indietro. Durante la partita solo una volta ha fatto una finta, ovviamente di passare indietro, mentre, sconvolgendo tutti, partiva in avanti. Addirittura lanciando Pellegrini che purtroppo ha concluso alto. Ma Karsdorp, mantenendo la sua coerenza, ha poi ripreso a ripassare palloni ai difensori. Incorruttibile!

A proposito di Pellegrini: come nel match contro il Napoli,  il mister lo ha tenuto in campo a dispetto della (scarsa) forma atletica. Non si può trattare solo di caso se, purtroppo, a inizio del secondo tempo è uscito infortunato. La domanda è: stoico il capitano oppure Mou non lo toglie se non quando deve arrivare la barella? Misterioso!

Dulcis in fundo Ibanez. Anche sul numero 3 sarebbe sufficiente far riferimento alla statistica. Dai dati risulterebbe che il brasiliano ci propina un “granciporro”, ossia una boiata, a partita. Sempre magnanimo con gli avversari, già al derby di due anni fa aveva dato il meglio di sé. Sabotatore!

A onor del vero, è il caso di citare anche le note meno dolenti evitando di infierire su altri interpreti.
Premesso che Camara si è battuto fino a quando è rimasto in campo e che Matic ha portato geometrie in un centrocampo dove bivaccava Cristante, la miglior prestazione è apparsa quella di Stephan El Shaarawy. Ha corsa, idee, grande tecnica e vede pure la porta. Ovviamente qualcuno in panchina si ostina a posizionarlo sulla fascia; dovesse mai succedere che per sbaglio tira e segna! Giammai!  Questo non permetterebbe poi all’allenatore di scaricare sui giocatori le colpe della sconfitta.

In conclusione, passiamo a Mou.
La squadra non ha gioco né sincronismi, ha poche idee e tutte confuse, mostra tanta stanchezza fisica e mentale. Tranne l’eccezione con la Samp, da inizio campionato non solo non si vede la mano del tecnico ma il gioco è perpetuamente basato sulla speranza di un guizzo del singolo. In questo derby, se proprio ci vogliamo sforzare a trovare un’idea tattica, la Roma ha provato a fraseggiare aspettando il pressing avversario per poi lanciare sulle fasce Karsdorp o Zalenski. Però qui si è palesato un doppio problema: qualora il lancio riusciva, poi purtroppo conduceva a un nulla di fatto. Inoltre, il palleggio stesso era pericoloso per i giallorossi: infatti, in una di queste occasioni,  si subiva il gol. Desolante.

Le speranze di arrivare in zona Champions a fine stagione si assottigliano sempre più. Si sussurra di un ritorno di Dybala per la partita col Torino, ritorno che potrebbe rivelarsi provvidenziale. Per il momento, forza Roma.

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