Memorie di un’estate non ancora finita

Mi sono messa a tavolino e con rara concentrazione ho pianificato minuziosamente le ferie.
Ho preso i costumi, fatto le valigie, imbrigliato le canette e ho deciso di lasciare Lido Nord.
Quindi, occhiali da sole sul naso e crema solare in borsa, mi sono trasferita a Castel Fusano per ben due settimane!
Castel Fusano, per quanto ti accolga tra ruggine e abbandono, sa farsi apprezzare per questo modo sfacciato di buttarti il mare in faccia, mentre ti aggredisce con la pineta alle spalle.
A Castel Fusano il tempo perde i secondi, i minuti e le ore, per essere attraversato da quel sole insolente, che dall’alba al tramonto ti fissa in viso e si prende gioco delle ombre con tutta la sua luce.
Anche il vento e la sua furiosa invadenza, stanco di far sbattere porte e finestre, si butta in strada, raggiunge il mare e spazza e gonfia e svuota le spiagge, ma riempie le onde di chi crede che tra le tante quella perfetta ci possa essere.
In fretta la gente lascia le spiagge che si svuotano e chi resta fa ordine per la tempesta.
Ma l’estate è fatta di improvvisi rovesci e occasioni da prendere al volo, ma se non sai coglierle, puoi pur sempre star lì a guardare e goderti il panorama.
Ostia, con quella striscia di mare maltrattato, in vacanza ti ci porta, anche se non sai mollare questa città, perché al dunque è vero che tutte le strade portano a Roma, ma alle volte nessuna sembra saperti portar via e basta un abito bianco e un cappello sulla testa che sei già in vacanza.

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