I fiori sbocciano dove c’è passione e non violenza

Un bambino gioca a battimuro contro il murales, si accanisce, passa, tira insegue il pallone, torna indietro e salta l’uomo. Credo stia aspettando qualche compagno di giochi; altri bimbi salgono e scendono dalle altalene e dagli scivoli, un gruppetto di ragazzi un po’ più grandi siede a un tavolino e compulsa gli smartphone. Qualcuno bestemmia, tutti parlano della Lazio e della Roma. Il più appassionato ha una maglietta della Lazio, strepita come ne andasse della vita. Sul tavolo qualche bibita ma niente alcool, qualcuno fuma, ma soprattutto i ragazzi urlano e si rinfacciano vittorie e sconfitte: la Roma ha appena perso con il Venezia, però vengono fuori anche Chinaglia, Bruno Giordano, il calcio scommesse e ovviamente Mourinho.

La AS Roma attraverso la sua fondazione Roma Cares ha deciso da tempo di investire in murales e ha anche trovato il suo artista di riferimento in Lucamaleonte. Qui ne parliamo diffusamente citando, tutte le opere realizzate dal bravissimo street artist per conto della Roma Ceres e spesso anche di qualche istituzione politica, di solito la Regione.
I murales rappresentano volti, quasi sempre di artisti, da Gigi Proietti al Tufello, a Nannarella al Tiburtino III, ad Albertone a Garbatella. Unica eccezione il volto sorridente ma dolente di Willy Monteiro il ragazzo pestato a morte dai fratelli Bianchi, medaglia d’oro al valor civile, anche lui di fede romanista.

Riassumendo temi e stilemi: volti (quindi storie), arte, calcio (quindi tifo per la Roma) ma anche la violenza che uccide i ragazzi, introdotta per la prima volta proprio con il volto di Willy, il tema della morte è sempre presente: tutti i ritratti realizzati sono ricordi di persone scomparse.

L’ultima opera I FIORI SBOCCIANO DOVE C’È PASSIONE E NON VIOLENZA, sembra essere la naturale conseguenza di quanto fatto fin qui dalla Fondazione e da Lucamaleonte. La violenza, il tifo, la morte e i volti in unica opera.

Non c’è un altro posto del mondo dove l’uomo è più felice che in uno stadio di calcio

Il murales è nel giardino di Monte Spaccato dedicato a Vincenzo Paparelli (Vittima della violenza negli stadi, così recita la targa del toponimo), in Via Cornelia 73. Oltre a Paparelli però vi sono ritratti anche Antonio De Falchi e Gabriele Sandri. Tre tifosi: due della Lazio e uno della Roma, morti tragicamente e violentemente, l’opera è commissionata questa volta non solo dalla da Roma Cares ma anche dalla Fondazione S.S. Lazio 1900.
Credo sia giusto raccontare brevemente le storie di questi tre tifosi.

Vincenzo Paparelli venne ucciso all’Olimpico colpito da un razzo a paracadute di tipo nautico sparato dalla curva sud contro la nord il 28 ottobre 1979 allo stadio Olimpico poco prima dell’inizio del derby Roma Lazio, aveva 33 anni. Stava mangiando un panino con la frittata accanto alla moglie, il razzo sparato da un ultrà della Roma gli trafisse l’occhio, la moglie istintivamente provò a toglierlo, ma era troppo caldo si ustionò le mani.

Vincenzo Paparelli

Antonio De Falchi viene letteralmente linciato da un gruppo di milanisti prima della partita al Meazza a Milano nel giugno del 1989. Lo fermarono insieme ad altri tifosi romanisti con la scusa di una sigaretta, poi per chiedergli l’ora, per capire dalla pronuncia se fossero romani. Li inseguono, li accerchiano e li pestano, si accaniscono con Antonio che morirà per le percosse e per infarto, per la paura, le botte e lo spavento della violenza insensata. Aveva solo 19 anni.

Antonio De Falchi

Gabriele Sandri, detto Gabbo, viene ucciso da un colpo di pistola sparato dal poliziotto Spaccarotella in una stazione di servizio sull’autostrada del Sole. Sandri è lì con altri quattro tifosi laziali in viaggio verso il Meazza dove nel pomeriggio la Lazio avrebbe giocato contro l’Inter. Nell’autogrill arrivano anche dei tifosi juventini: scoppia un parapiglia, la rissa con gli amici di Sandri, mentre il giovane è rimasto in auto a dormire. Dalla parte opposta della carreggiate c’è una pattuglia della Polizia Stradale che decide di intervenire. I giovani saltano in macchina e decidono di fuggire, l’agente Spaccarotella scende dall’auto ed esplode due colpi con uno colpisce Sandri al collo: Gabriele muore.

Gabriele Sandri

La violenza, il tifo, la morte e i volti in un’unica opera

Non molto lontano dal giardinetto c’è un campo di calcio in cui quella domenica si sfidavano il Montespaccato Savoia e il Pro Livorno Sorgenti, serie D girone E. Mi sono fermato a guardarli per un po’, i calciatori e i tifosi facevano un frastuono e un”allegria che rompeva il silenzio di quella domenica d’autunno, correvano urlavano ed esultavano pieni di vita e di gioia. Albert Camus, esistenzialista che ben riconosceva l’inferno negli altri scrisse, però, che non c’è un altro posto del mondo dove l’uomo è più felice che in uno stadio di calcio.

Ah dimenticavo, la partita è finita 3 a 1 per il Montespaccato.

 

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