Il processo al cadavere

È passato alla storia come il “Sinodo del cadavere”. Si tratta del macabro processo a cui fu sottoposta la salma di papa Formoso, fatta riesumare dal suo successore Stefano VI, per essere sottoposta a interrogatorio – anche se non è chiaro come avrebbe potuto rispondere alle domande – e venire poi giudicata colpevole.

La storia di Roma è piena di aneddoti curiosi e un po’ assurdi, che sembrano inventati da qualche cronista folle e che invece si rivelano essere delle verità storicamente accertate. L’interrogatorio e il processo fatto a un cadavere, rischia di battere tutta la concorrenza per la sua insensatezza.

A parziale giustificazione per l’assurdità dell’evento, c’è però da dire che all’epoca non poteva essere promulgata nessuna sentenza valida in assenza dell’imputato e dunque, dato che, in quel caso, l’imputato era morto, si procedette a riesumarne una salma.

L’antefatto

Siamo alla fine del nono secolo. A Roma due fazioni rivali si contendono il potere, una alleata con i Franchi carolingi, l’altra con l’imperatore tedesco. Nell’anno 876 a capo della fazione filo franca c’è il papa Giovanni VIII, mentre il filo tedeschi sono guidati da Formoso, non ancora salito al soglio pontificio.

Giovanni VIII lancia perciò una scomunica contro il rivale, che nel frattempo è fuggito da Roma. Quando, però, nell’anno 882, Giovanni VIII muore e gli succede il filo germanico Marino I, la scomunica viene annullata e Formoso può rientrare in città, ottenendo anche la carica di Vescovo di Porto, la zona corrispondente all’attuale Fiumicino.

Il fatto di essere Vescovo, in base alle norme in vigore all’epoca, avrebbe dovuto impedire a Formoso di diventare papa, ma nel conclave dell’anno 891, la fazione filo germanica, che in quel momento è tornata ad essere maggioritaria, fa eleggere al soglio pontificio proprio Formoso.

La lotta fra le diverse fazioni. Intanto, A Roma come in tutta Europa, si sta facendo sempre più violenta e ha creato una sfida fra due aspiranti imperatori: Leopoldo, duca di Spoleto e Arnolfo, sostenuto dai filo germanici. Formoso, trovatosi stretto in questa difficile situazione, viene prima imprigionato a Castel Sant’Angelo da Leopoldo e poi liberato da Arnolfo, accorso a Roma in suo aiuto.

Però, quando Arnolfo fa ritorno in Germania con il suo esercito, la situazione di Roma si capovolge nuovamente in favore della fazione avversa ai tedeschi. Nel bel mezzo dello scontro, Formoso muore improvvisamente nell’anno 896, forse a causa di un avvelenamento. Il nuovo papa che viene eletto, è stavolta un filo franco: Stefano VI.

Il processo

Nel febbraio dell’anno 897 il papa Stefano VI ordina la celebrazione di un processo post mortem a carico del defunto papa, al fine di ottenere una sorta di versione medievale della “damnatio memoriae” usata nell’antica Roma.

Il cadavere di Formoso venne dunque riesumato – nonostante fossero ormai passati otto mesi dalla sua morte e il cadavere fosse in fase di decomposizione – vestito con i paramenti pontifici e collocato su un trono nella basilica lateranense, per “rispondere” di tutte le accuse che a suo tempo gli erano state avanzate già da papa Giovanni VIII e gli erano valse la scomunica.

Un diacono viene nominato per rispondere in vece del pontefice deceduto, mentre lo stesso papa Stefano funge da accusatore. Alla fine un processo, che era stato più che altro una macabra messinscena, il verdetto stabilisce che Formoso era stato indegno del pontificato e dunque viene ufficialmente deposto, tutti i suoi atti e le sue misure vengono annullati e gli ordini da lui conferiti dichiarati non validi.

La riabilitazione

Alla fine del processo, il cadavere viene gettato nel Tevere. Il cadavere finisce però per arenarsi su una sponda del fiume, presso Ostia, dove viene trovato da un monaco che era fedele al vecchio papa e decide di nasconderne le spoglie in un luogo segreto.

Nel frattempo, lo strazio del cadavere, con quello strano processo, stava suscitando un’ondata di indignazione, che provocò una rivolta popolare in tutta Roma e un ritorno di prestigio del partito filo germanico. Papa Stefano venne catturato, deposto e imprigionato a Castel Sant’Angelo, dove nell’ottobre dell’anno 897 venne ucciso per strangolamento.

Morto papa Stefano, i resti di Formoso sono riconsegnati e di nuovo inumati nella basilica di San Pietro, mentre i successori di Stefano sul soglio pontificio, annullavano il verdetto del processo contro Formoso, riabilitandolo e contemporaneamente vietando esplicitamente che, per l’avvenire, si istruissero mai più dei processi contro i morti.

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