Meloni in luna di miele

Le prime mosse del governo sono premiate dai sondaggi. E dallo spread sotto controllo.
 
Nonostante il primo mese di governo non abbia risparmiato all’Italia le prime, inevitabili amarezze, la luna di miele tra Giorgia Meloni e gli italiani continua. E sembra, anzi, diventare ancora più dolce. Questo, almeno, dicono i sondaggi. Secondo un recente rilevamento di Swg, Fratelli d’Italia veleggerebbe al 30,1%. E il gradimento della premier toccherebbe persino 57% degli italiani. Nessuno degli istituti demoscopici dà il partito della Meloni sotto il 28%.
 
Qual è stata la ricetta per incrementare l’exploit del 25 settembre? Il governo si è mosso su terreni diversi. Dopo la proposta di innalzamento al tetto dei contanti e il non brillantissimo esordio ufficiale con il decreto sui rave party, l’esecutivo si è gettato nella rissa con la Francia di Emmanuel Macron per la gestione dei migranti imbarcati sulla Ocean Viking. Qualche giorno dopo, il sottosegretario alla Salute di Fdi Marcello Gemmato si è dedicato ad altri tipi di respingimenti, ovvero quelli contro il virus, con un contorta polemica sull’utilità dei vaccini. L’ultima iniziativa è quella che riguarda l’autonomia amministrative. Il tutto senza dimenticare l’irrealizzabile flat tax e le varie ipotesi di anticipo pensionistico. 
 
Per far chiarezza sui reali rapporti all’interno del governo, può essere utile risalire alla paternità delle varie iniziative. La proposta sul tetto dei contanti è della Lega. Il decreto sui rave, di Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno e uomo di Matteo Salvini. La polemica con la Francia è figlia della coppia Salvini-Piantedosi ed è precipitata grazie a una improvvida dichiarazione del ministro delle Infrastrutture. La riforma dell’autonomia non può essere che leghista, con il ministro Francesco Lollobrigida che mette anzi le mani avanti avvertendo che “nessuno deve rimanere indietro”. La flat tax e il superamento della Fornero sono due intramontabili cavalli di battaglia salviniani. Alla fine, l’unica vera iniziativa di Fdi è una strizzatina d’occhio all’universo No Vax. 
 

Lega agit-prop o gioco delle parti?

Questo coacervo di mosse fa venire il sospetto che l’azione di governo segua una dinamica precisa. Il tentativo disperato di Salvini di riguadagnare terreno nei sondaggi rispetto all’alleata-avversaria Meloni, da cui pare sia ossessionato, lo porta a infiammare il dibattito. E costringe la premier a calarsi nei panni del pompiere. Nessuno, tuttavia, può escludere possa trattarsi anche del classico gioco delle parti, con una divisione dei compiti: Salvini si impegna, in patria, per rinfocolare temi (immigrazione, pensioni, tasse) che assicurano consenso a entrambi. E la Meloni a completare l’opera sul fronte esterno, rassicurando gli Usa sull’Ucraina o, come ha fatto a Bali con Xi Jinping, preparando il terreno per aumentare l’export italiano verso la Cina.  
 

Le preoccupazioni degli italiani

I problemi, tuttavia, non mancano. Il motivo per cui gli italiani hanno mandato Giorgia Meloni a Palazzo Chigi ha poco a che fare con la Ocean Viking o i rave party. Sempre secondi i sondaggisti, le principali preoccupazioni degli italiani sono il caro-bollette, l’inflazione e l’occupazione. È impossibile che al governo non lo sappiano. E sanno anche che i soldi per risolvere questi due problemi non ci sono. Sulla manovra si allunga l’ombra di una coperta corta. Se si mettono le risorse a disposizione sull’energia, verranno a mancare per pensioni e cuneo fiscale. E viceversa. Per cui, si cerca di compensare la possibile mancanza di risultati concreti con contentini di tipo simbolico.
 

Futuro a rischio? Ma intanto la nave va

Il punto è che in questo modo il governo rischia di compromettere i suoi obiettivi economici. L’asse con la Francia è vitale non solo per i tanti dossier in comune. Ma, soprattutto, in vista della revisione del Patto di Stabilità europeo e del Pnrr. A quali soluzioni può mai approdare il nostro Paese, in una condizione di totale isolamento in Europa? All’orizzonte si profila il rischio di una nemesi: l’Italia condannata, come la Ocean Viking, a vagare nel bel mezzo di una tempesta finanziaria senza che nessuno sia disposto a offrirle un porto sicuro.
Tuttavia, all’orizzonte non si scorge nessuna avvisaglia in questo senso. E anzi, il più affidabile dei barometri, lo spread, più o meno in ribasso. Segno che la navigazione del governo, almeno per ora, può continuare a gonfie vele.

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