La Rondinella degli Aquilotti

Lo stadio della Rondinella è il campo in cui la Lazio ha giocato in casa i propri campionati di calcio, dal 1914 al 1930. Incluso quindi anche il discusso campionato di calcio del 1915, quello sospeso per l’entrata in guerra dell’Italia e per il quale i biancocelesti rivendicano ancora oggi lo scudetto.

Dopo avere utilizzato per anni gli spazi di Piazza d’Armi – l’area di Prati in cui oggi sorge Piazza Mazzini – il presidente della Lazio, Fortunato Ballerini, si mise alla ricerca di un impianto sportivo da utilizzare per le partite casalinghe della squadra biancoceleste e ottenne da Ernesto Nathan, sindaco di Roma, dei terreni nel quartiere Flaminio.

Dunque la Lazio fu la prima squadra romana ad avere un suo stadio di proprietà, come sarebbe accaduto quindici anni dopo anche alla Roma, con il Campo Testaccio. Il primo novembre 1914 avviene l’inaugurazione dello stadio della Rondinella con la vittoria per 3-2 contro l’Audace.

uando però, nel maggio del 1915, l’Italia entra in guerra, le attività sportive vengono sospese – incluso il campionato di calcio – moltissimi calciatori vengono arruolati e l’impianto viene trasformato in orto di guerra.

Terminato il conflitto, lo stadio della Rondinella venne ristrutturato. Il campo dell’impianto viene ruotato di 180 gradi e viene anche realizzata una tribuna coperta in legno. La nuova struttura riprende i colori biancocelesti della squadra e raggiunge la capienza complessiva di oltre 15.000 posti.

Nel 1929, a causa del prolungarsi dei lavori per la costruzione di campo Testaccio, l’impianto della Rondinella finisce per ospitare anche la Roma, nelle sue prime due partite casalinghe. Lo stadio porta decisamente fortuna ai giallorossi, che proprio alla Rondinella siglano uno storico 9-0 contro la Cremonese, che resta ancora oggi la vittoria con il maggior numero di reti di scarto nella storia del club giallorosso.

Porta così fortuna ai giallorossi che quando, nella medesima stagione, viene disputato il primo derby tra SS Lazio e AS Roma, un po’ a sorpresa sono i romanisti ad imporsi, con uno 0-1 ottenuto grazie a una rete di Rodolfo Volk.

Negli stessi anni, però, l’architetto Marcello Piacentini sta ricostruendo lo stadio Nazionale, un vecchio impianto edificato nel 1911, che dopo la seconda guerra mondiale sarà nuovamente ristrutturato da zero, stavolta su progetto di Nervi e assumerà poi il nome di stadio Flaminio.

Già a partire dal campionato 1930-1931 sia la Lazio sia la Roma, cominciano poco alla volta a trasferirsi in quell’impianto, più moderno e capiente. Nei primi anni questo avviene solo per le partite di cartello, alcuni anni dopo anche per tutti gli incontri casalinghi delle due compagini.

La Lazio mantiene però il suo legame con lo stadio della Rondinella fino al 1957, utilizzandolo come impianto per gli allenamenti, finché un incendio distrugge buona parte dello stadio, mettendo fine alla sua gloriosa storia. Quel che era rimasto in piedi della struttura, verrà in seguito abbattuta e trasformata in un parcheggio.

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