Il vero marchese del Grillo

Non c’è romano che non conosca a memoria tutte le battute di uno dei più divertenti film di Mario Monicelli: “Il marchese del Grillo”, con Alberto Sordi a fare da mattatore assoluto. “S’è svejatoooo!” “Bella la boiserie, bello tutto” “Quanno se scherza bisogna esse seri” e poi soprattutto l’indimenticabile “Io so io e voi nun siete un cazzo” sono entrati nel lessico quotidiano capitolino.

Quello che forse molti si chiedono è se il personaggio del marchese del Grillo sia solo frutto della fantasia degli sceneggiatori di quel film, oppure sia un reale personaggio storico. C’è chi dice che ai tempi di Napoleone non sia mai esistito nessun nobile romano con quel nome, chi invece è certo che Onofrio del Grillo sia vissuto davvero.

Ebbene: hanno ragione entrambi. Il marchese Onofrio ha davvero calcato il suolo di Roma, anche se non assomigliava affatto al personaggio interpretato da Sordi, né ha mai saputo nulla dell’esistenza di un certo Napoleone Bonaparte, visto che il buon Onofrio del Grillo è morto quando il futuro imperatore dei francesi aveva solo 17 anni.

La storia del “vero” marchese

Innanzi tutto la prima sorpresa è nello scoprire che il marchese Onofrio del Grillo non fosse affatto romano. Nacque a Fabriano, nello Stato Pontificio, il 5 maggio – data molto “napoleonica” – del 1714. Marchese di Santa Cristina e conte di Portula, trascorse la maggior parte della propria vita nella Roma papalina, ricoprendo i ruoli di Sediario pontificio, Cameriere di cappa e spada di Sua Santità e Guardia nobile.

Di fronte a questo profluvio di titoli ce lo immaginiamo in ginocchio davanti al papa, proprio come nel film di Monicelli, che gli chiede “Sei tu pronto a difendere la Santa Romana Chiesa e il suo Pontefice, se necessario, fino all’estremo sacrifizio?” e lui che con aria bonaria e un po’ “paracula” risponde “Santità, se è necessario…”

L’arrivo a Roma

D’altronde, subito dopo la laurea, conseguita a Urbino, Onofrio si era trasferito a Roma, dallo zio paterno, proprietario di un palazzo nel quartiere di Monte Cavallo e, morto lo zio nel 1757, essendo nominato da lui unico erede, era divenuto ricchissimo grazie all’importante eredità.

Da quel momento fu effettivamente ammesso nella Corte Pontificia dove svolgeva la funzione di Sediario e si cominciò subito a rendersi celebre per il suo carattere eccentrico. È proprio in quel periodo che il papa Benedetto XIV gli conferì il rango di marchese di Santa Cristina.

La sua leggenda

A differenza di quello scapolo impenitente che fu Alberto Sordi – sia nella vita privata che nella finzione scenica – Onofrio del Grillo nel 1757 sposò la ricchissima Faustina Capranica. Non ci fu dunque nessuna bellissima francese di nome Olympia nella sua vita, però, per tenere fede alla propria fama, riuscì comunque a dissipare in pochissimo tempo l’enorme dote della moglie.

La fama del suo carattere giocoso, delle sue gesta sempre molto anticonvenzionali e dei suoi colossali scherzi si diffuse presto in tutta Roma e fu notevolmente ampliata dalla voce popolare, che con ogni probabilità ricamò ben oltre la realtà dei fatti e fuse episodi attribuibili a lui, con altri aneddoti che col marchese avevano poco a che fare.

Gli ultimi anni

Tornato in età avanzata nella città natale, nel 1771 acquistò e fece restaurare una grande villa a Fabriano, ancora esistente, dove trascorse l’ultimo periodo della vita. Lì morì a 73 anni, ma la sua salma venne traferita e seppellita nella basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini, a Roma, dove vennero celebrati solenni funerali alla presenza del Delegato papale.

La famiglia Capranica del Grillo risiede tuttora in un sontuoso palazzo settecentesco, collegato con un sovrappasso a un’adiacente torre medievale, nei pressi dei mercati di Traiano. La via dove è situato si chiama ancora salita del Grillo, così come il torrione.

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