A Roma c’è un trenino…

Autore, editore e apprezzato organizzatore di trekking urbani, Carlo Coronati inizia da oggi a scrivere anche per Roma Report, con un primo post dedicato ai tratti urbani di ferrovie poco conosciute.

 

Dire che a Roma i trasporti non funzionino e sono carenti è sport comune e sul quale si trovano tutti o quasi perfettamente d’accordo, anche romanisti e laziali.  C’è chi afferma che le metropolitane sono due, chi due e mezza con la C che parte da San Giovanni e va verso la periferia sud est, ma tutti concordemente o quasi insoddisfatti, soprattutto i pendolari, lamentano interruzioni, stop a sorpresa, stazioni temporaneamente chiuse (e a Roma il “temporaneamente” è un dato estremamente vago e dilatabile).
Ma a Roma, e a me piace utilizzare i mezzi pubblici in modo creativo ma quotidiano, esiste anche un trenino che – sembra una provocazione dirlo – è una quarta metropolitana che funziona e facilita di molto gli spostamenti da un lato all’altro della città, con tante stazioni disseminate sul territorio e molte di queste coincidenti con una fermata metro.
I pendolari lo conoscono, ma i romani in generale no, e quando affermi di aver raggiunto una meta aiutandoti col trenino restano sorpresi e sconcertati da questa scelta che sa di viaggiatore con la valigia.

Linee semi-sconosciute

La città di Roma non fa nulla per farlo conoscere, anzi lo evoca solo in casi di chiusure, limitazioni, divieti parlando di anello ferroviario (che anello tra l’altro non è, e forse lo diventerà) citandolo come un “mantra” di cui ignorano i confini sia gli automobilisti e forse pure gli stessi vigili. Si parla di anello ferroviario e fascia verde in alternativa come un immaginario confine, oltre e dentro il quale sono consentite o limitate alcune percorrenze.

Nulla invece per comunicare e far conoscere questa risorsa ai romani molto abitudinari e forse più abituati ai trasporti su gomma che su rotaia. Mai ho sentito spendere una parola per diffondere questa opportunità a chi non è pendolare e scoprirebbe così un modo veloce e sicuro di spostarsi in pochissimi minuti. Con questo non voglio dire che sia vuoto, ma sicuramente ci si siede sempre, è puntuale, piuttosto pulito, si sta larghi, si portano le bici senza problemi  e mediamente nel corso della giornata passa ogni 15/20 minuti. E poi i treni di ultima generazione si chiamano Rock

Ma in verità, ed è l’affermazione più forte, a Roma non c’è un trenino solo ma ce ne sono ben 8 contrassegnati dalla sigla FL 1, 2, 3,… fino ad arrivare a 8. La sigla FL (laziali), per piacere di memoria, è apparsa dal 2012 mentre prima era FR (ferrovia regionale). Ma tale sigla appare solo nelle piantine Atac, mentre per Trenitalia sono ancora FR. Ma al di là di questi labirinti di denominazione e di date storiche (basti pensare che queste linee nascono con un progetto integrato solo dal 1994 in poi) a noi quello che interessa sapere e divulgare è questa grande potenzialità del servizio metropolitano che dai più, torno ad affermarlo, viene ignorata quasi o del tutto.

Scambi con la metro A e B

Intanto, la prima scoperta è che esistono numerosi punti di contatto con le metro A e B oltre a numerosi scambi tra le varie FL.
Parliamo delle connessioni con le metro, che sono le più importanti, e quindi abbiamo scambi possibili a Termini, Ostiense/Piramide, Tiburtina, Valle Aurelia, Tuscolana (non vicinissima, diciamo 10 minuti) e Nomentana.  A proposito di quest’ultima che assomiglia molto ad una stazione urban newyorkese – assolutamente da vedere – è incredibile che non venga citata sui pannelli delle metro (le altre ci sono) come se fosse una dimenticanza o un’omissione non spiegata. La stazione Nomentana dista dalla stazione Libia solo 3 minuti, ma tale connessione non è comunicata. Mistero!

Alcune di queste linee FL hanno una direttrice che tende a portarle fuori in periferia e campagna romana in maniera diretta, mentre a noi interessano quelle quattro FL che prima di allontanarsi fanno un percorso ad anello che unisce e connette vari punti della città. Parlo delle FL1 – FL2 (relativamente) – FL3 – FL5.
Vogliamo entrare nel dettaglio?  Spero di non essere noioso ma informativo.

Le linee “romane”, una per una

La FL1 ORTE – FIUMICINO AEROPORTO fa fermate a Settebagni, Fidene, Nuovo Salario, Nomentana, Tiburtina, Tuscolana, Ostiense, Trastevere, Villa Bonelli, Magliana.

La FL2 ROMA – TIVOLI fa fermate a Prenestina, Serenissima, Palmiro Togliatti, Tor Sapienza.

La FL3 VITERBO PORTA FIORENTINA – ROMA TIBURTINA fa fermate ad Ottavia, San Filippo Neri, Monte Mario, Gemelli, Balduina, Appiano (Piazza Giovenale), Valle Aurelia, San Pietro, Quattro Venti (Monteverde), Trastevere, Ostiense/Piramide, Tuscolana, Tiburtina.

La FL5 CIVITAVECCHIA -TERMINI fa fermate ad Aurelia, San Pietro, Trastevere, Ostiense, Tuscolana, Termini.

A queste c’è da aggiungere il trenino Roma-Ostia (criticatissimo), la ferrovia Roma Nord da Piazzale Flaminio (avete mai pensato di andare a Piazza Euclide in treno?), e il trenino delle “Laziali” oggi ridotto a tram fino a Centocelle per via dei tagli successivi alla nascita della metro C. Pensate che fino al 1984 funzionava fino a Fiuggi.

Quindi mi verrebbe da dire che c’è l’imbarazzo della scelta, ma soprattutto il problema della conoscenza e degli sviluppi di questa rete ferroviaria che ancora non ha visto, ormai sono anni che se ne parla, la chiusura della cintura nord. Questo tratto ha fatto un passo avanti recentemente con la riapertura della stazione Vigna Clara dopo 32 anni dai mondiali del 1990 che è comunque uno step verso la chiusura dell’anello con la futuribile stazione Tor di Quinto. Stendiamo un velo pietoso, perché bisogna dirle tutte, sulla stazione Farneto che doveva servire lo stadio Olimpico  a 500 metri dalla curva nord che durò solo 8 giorni, forse a causa di cattiva progettazione della curva dei binari. Si aprì per la finale dei mondiali /1990 e si chiuse per sempre, 8 giorni dopo. Io per mia curiosità di mobilità la presi proprio il giorno della finale senza avere il biglietto di ingresso allo stadio.

Architettura ferroviaria

Girovagando per stazioni però si ha anche la possibilità di gettare uno sguardo sull’architettura delle stesse e questo può essere anche una motivazione  interessante e storica. Una per esempio è la stazione di San Pietro, ex stazione di campagna inaugurata nel 1894 e utilizzata da tantissimi registi per location dei propri film. Rinnovata nel 1990 mantiene ancora un aspetto d’epoca. Quella di Trastevere del 1911 fu attivata dopo la chiusura di quella di Piazza Ippolito Nievo (a 500 metri) che ancora esiste come struttura ma che è rigidamente chiusa e sbarrata. La stazione Ostiense già esistente nel 1911 fu totalmente rifatta in stile monumentale per l’accoglienza del 6 maggio del 1938 di Adolf Hitler a Roma. Conserva mosaici sul pavimento della storia di Roma. Tale incontro fu ricordato nel film “Una giornata particolare” di Ettore Scola che, con vari cinegiornali d’epoca, fa rivivere l’incontro fra Benito Mussolini, Hitler, e Vittorio Emanuele III. E così si può andare avanti con un’altra “stazione di campagna” come quella Tuscolana del 1890.

E per finire quanto costa un biglietto sulla percorrenza cittadina su questi treni? Quasi un mistero; o, se vogliamo, una grande difficoltà. Premesso che si può usare il biglietto urbano da € 1,50 perché consente,  nello spazio temporale di 100 minuti, di prendere MEtro – TREno – BUS da cui il nome METREBUS, esiste un’altra tariffazione da 1 € che è quella che consente di viaggiare sul trenino urbano.

Ma come si fa questo biglietto molto utile? Non esiste in alcuna tabaccheria o rivendita. Troppo facile e scontato sarebbe stato mettere delle macchinette da 1 euro in stazione. No, bisogna andare al totem Trenitalia e fare ben 16 digitazioni, così come se si andasse a Milano per selezionare le stazioni partenza e arrivo non facili da individuare sulle opzioni e veder spuntare il fantomatico biglietto da 1 €. Nel frattempo si ascolta tutta la cantilena sui borseggiatori e la preghiera di rivolgersi agli addetti in divisa del personale Trenitalia. Mi sono sempre voltato per individuarli, per pura curiosità, ma giuro di non averli mai visti. E così come quei poveri stranieri, che spesso e più dei romani utilizzano questi trenini urbani si trovano di fronte a questa grande difficoltà nell’essere ligi nel fare il biglietto. Spesso salgono gratis. Ci vuole più a fare il biglietto che fare il viaggio.
È vero a Roma esistono i trenini ma sembra che si faccia di tutto per non farli conoscere e utilizzare.

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