[Un toscano a Roma] Che bella la Fontana di Trevi vista di spalle!

Il modo di guardare un monumento, oggi? È voltargli le spalle. Proprio così. Ci si piazza davanti, che so, alla fontana di Trevi e, invece di ammirarne la bellezza, si fa mezzo giro su se stessi fino a che il dio Oceano non vi vede che le spalle. Ecco, solo a quel punto si è pronti per guardare: non il monumento, ovvio, ma la sua immagine nel telefonino. O meglio: si guarda se stessi nel telefonino con la Fontana di Trevi a fare da sfondo, come una preziosa carta da parati. Sì, perché la bellezza che si vuole immortalare non è quella marmorea della fontana ma la propria, della propria faccia e soprattutto del proprio Io. La fontana, a dire la verità, non viene quasi degnata di uno sguardo.
 
Passate dalla Fontana di Trevi. Troverete un muro uniforme di persone assiepate sulle tribune davanti al monumento, che danno le spalle al monumento. Non per il tradizionale lancio della monetina, ma per un selfie o una foto ricordo scattata da un compagno di viaggio.
Non pensate, tuttavia, che si tratti di operazione semplice. A volte la preparazione per guardare il monumento di spalle richiede anche decine di minuti. È il caso delle due signorine che ho notato ieri sera. Erano sedute nella parte alta della tribuna. Entrambe, nonostante le unghie così lunghe da far invidia a una talpa, si passavano sul viso una pasta che, alla fine dell’operazione, poteva ricordare la malta bianca di certe casette greche. Completato l’intonaco, sono passate agli occhi, rimarcati secondo il gusto del cinema espressionista tedesco.
 
 
E insomma, una volta pronte, hanno abbandonato il loro posto e sono scese verso la fontana per spartirsi i compiti. Una ha dato le spalle alla fontana, si è seduta sul bordo della vasca e ha cercato tutta la concentrazione necessaria a togliersi la maschera indossata sul viso – una maschera da eterno mal di pancia – sostituendola con la maschera sorriso malizioso/allegro, da donna-di-mondo-che-sa-il-fatto-suo. L’amica nel frattempo scattava.
Fatte alcune foto, la signorina seduta cambiava maschera (ora aveva addosso quella donna-sognate-innamorata-della vita), verso del ciuffo e posizione delle braccia. E l’amica scattava. Altri scatti, altra maschera. Dopo una decina di minuti, le due signorine hanno ricominciato da capo l’operazione ma a parti invertite. Altri 10 minuti e il set è ripreso, anche se 5 metri più in là, evidentemente per saggiare tra tutte le angolazioni possibili quella migliore.
Dopo una ventina di minuti, ce ne siamo andati. Per cui non so quanti altri scatti abbiano fatto le due signorine. Ma è molto probabile che abbiano passato buona parte della notte a selezionare foto per individuare quella da postare su Instagram o Facebook. Le due signorine sono un esempio estremo. Ma mentre si fotografavano tra loro, altre migliaia di persone facevano lo stesso. Tutte le con le spalle alla fontana.
 
Dunque, se doveste capitare davanti a un monumento celebre (Tour Eiffel, piramide di Cheope, Taj Mahal, Empire State Building, etc) mi raccomando. Resistete alla tentazione di guardarlo, voltate le spalle e osservatelo solo nel telefonino per vedere se, come sfondo al vostro meraviglioso Io, funziona.

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