Gli amici di Marino e di Alemanno
Diceva Churchill che gli italiani vanno alla guerra come a una partita di calcio e a una partita di calcio come a una guerra. Niente di più vero. Lo dimostrano ogni volta che possono, dando un’immagine molto triste, ma è quella che è, e ci tocca raccontarla. Roma rispecchia fedelmente il degrado politico dell’intero Paese: sembra non sia possibile alcun confronto tra chi la pensa diversamente e che l’unica soluzione sia l’insulto e la delegittimazione reciproca. E’ un fatto che noi di RomaReport.it registriamo quotidianamente sulla nostra pelle, pagando dazio per la nostra arroganza: perché pretendiamo di scrivere quello che pensiamo quando ci pare. E così quando scriviamo male di Alemanno, ed è capitato, siamo “amici di Marino” e finiamo insultati, quando invece scriviamo male di Marino, e anche questo purtroppo è capitato, diventiamo “amici di Alemanno”, o “amici degli amici”. E altrettanto, finiamo insultati.
Il fatto è in sé abbastanza naturale, perché di volta in volta a scuotersi sono le opposte tifoserie. Ed è proprio lì il problema: le tifoserie. Nel nostro piccolo proviamo a non comportarci da tifosi e infatti abbiamo adeguatamente difeso Marino ogni volta che abbiamo ritenuto che stava conducendo battaglie giuste o intraprendendo iniziative condivisibili, così come abbiamo scritto che era giusto che Marino si dimettesse, perché di tempo ne ha avuto e la battaglia si è dimostrata impari per evidente incompatibilità con il ruolo di guida di un’intera comunità.
Che tra i detrattori di Marino ci siano tanti biecamente interessati non ci sfugge, ma questo purtroppo non fa di Marino un buon sindaco. Ci fa schifo parentopoli, ma altrettanto non ci serve una città immobile e sommersa dal degrado. Ci fa schifo Mafia Capitale, ma pure non ci serve chi non riesce a riunire dietro di sé un gruppo di lavoro sereno e coeso. A noi sembra banale, ma non dev’esserlo così tanto se tanti romani continuano a dividersi come sugli spalti dell’Olimpico chiedendo oggi al prossimo “dov’eri quando c’era Alemanno?” o chiedendo magari domani “dov’eri quando c’era Marino?”. La domanda giusta, infatti, è: dov’erano tutti mentre Roma bruciava? A litigare come stupidi tifosi sugli spalti. Ecco dove.