“Quanto mancaaaa” il trash a Roma!

E così anche Pierre la Sultana ci ha lasciati. A pochi mesi di distanza da Richard Benson. E a qualche anno da Massimo Marino. Tre personaggi diversi per stile e per caratteristiche, ma uniti da un destino comune: quello di essere divenuti delle star, delle star del trash, re e regine del sottobosco delle emittenti locali, coi loro modi apparentemente rozzi e volgari, ma al tempo stesso “de core”, com’è da sempre l’animo popolare romano.

Un destino comune durato troppo poco. Aveva solo 66 anni Pierre. Ne aveva uno in più Richard Benson. Ne aveva appena 59 Massimo Marino. Con loro sparisce, forse per sempre, quella tv fatta in casa, fuori dalle logiche dei grandi network, dirompente e sguaiata, autentica nei suoi eccessi, non guidata da attente regie e da studi di mercato, come avviene in certi costruiti teatrini finto popolari della televisione nazionale.

Dovevi andarteli a cercale in qualche canale in doppia o tripla cifra sul telecomando, quelli lì, in orari improbabili, oppure, negli ultimi anni, anche sul web, ma quando li trovavi erano delle calamite da cui diventava impossibile separarsi. Restavi lì incollato, anche se non te ne fregava niente di cartomanzia, o di musica rock, o di night club, quei temi che loro trattavano, anch’essi spesso di serie B, o per meglio dire, “di nicchia”.

Pierre poi, col suo immancabile clistere e il mattarello, col forcipe e lo sturalavandino, con le sue idiosincrasie e i suoi riti, era pura magia, ben al di là della magia dei suoi vaticini sul futuro. Il suo “Quanto mancaaaaaaaa?” è stato un tormentone che ormai tutti conoscono, anche chi non ha mai conosciuto lei, la cartomante transgender delle tv romane.

Che poi, a renderla famosa in tutta Italia, ci avevano pensato anche Le Iene e Striscia la notizia, per non parlare di quando litigò su Rai 1 con Alberto Matano, che provò a chiederle insistentemente quanto guadagnasse: “Ma nun ce penso proprio a divvelo… Ma che io le ho chiesto quanto guadagna lei?” Una leonessa inarrestabile. Un fiume in piena. Una guerriera. Un mito.

C’era in tutti loro un velo di tristezza, forse per un’infanzia non semplicissima che li accomunava e che ancora bruciava dentro, o forse perché sentivano che la loro vita sarebbe durata troppo poco. E la mordevano con forza quella vita. L’aggredivano. Così come, spesso, aggredivano la telecamera e chi, da dietro le telecamere, li stava guardando.

Addio Pierre. Addio Richard. Addio Massimo. Mi mancherete, più di quanto credessi. E quanto mi mancherete… Anzi: quanto mi mancaaaaaa!

 

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