La bandiera rossa sul Quirinale

Ci fu un giorno in cui la bandiera rossa con la falce e martello sventolò a Roma, sul palazzo del Quirinale. No, nessun “cosacco” si era abbeverato a San Pietro. Più semplicemente l’allora segretario del PCUS, a capo di una ancora vitale Unione Sovietica, era venuto in visita ufficiale a Roma.

Era la fine di novembre del 1989 e uno tsunami politico stava attraversando tutti i paesi dell’est Europa, con il crollo del muro di Berlino, simbolo della spaccatura in due del mondo. Proprio in quei giorni drammatici, Gorbaciov era qui, nellla Città Eterna: “perché gli italiani comprendono meglio le cose della vita” disse.

Il quotidiano “La Repubblica” lo incoronò come “re di Roma”, il Papa e il mondo politico italiano lo accolsero come un amico e come un eroe e, a quel punto, per un giorno, il vessillo sovietico poté essere issato sul colle più importante della città, in segno di amicizia, sopra il tetto di quel palazzo che fu sede di papi, re e presidenti della Repubblica.

Nel giorno della morte di Michail Gorbaciov, vogliamo ricordare quei momenti, attraverso alcune immagini e commenti dei TG dell’epoca.

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