Una città di accoppiate

Alessandro Mauro torna sul luogo del delitto, cioè Roma. La città è stata la protagonista di “Se Roma è fatta a scale”, ha fatto da sfondo ai racconti di Basilio e ora riprende pienamente il suo posto in “Di questa doppia Roma” (Exorma edizioni, 16,50 euro, 210 pagine). 

Un libro che non è una guida, come in fondo non lo era manco quello dedicato a una vasta porzione di scale romane (più numerose di quanto uno non pensi: ma è una città collinare). E non è manco un racconto (o una serie di racconti): è insieme una serie di riflessioni su quelle che potremmo chiamare talvolta contraddizioni, ma che sono caratteristiche di Roma; una carrellata di “notizie meno note”, aneddoti, storie, citazioni, scoperte; una galleria di frasi da annotarsi, dove spesso prevale l’ironia, un pretesto per dichiarare il proprio amore per la città (e anche, particolare non secondario, per la squadra di calcio che ne porta il nome).

Che vuol dire, doppia Roma? Mauro non lo spiega direttamente nel libro, non c’è una prefazione. Ma ne parla più diffusamente in un’intervista che ha rilasciato poco tempo fa alla rivista “L’Incontro”, rispondendo alla domanda su come è nata “questa idea non banale”.

Credo che l’origine stia nel mio primo libro, quello sulle scale, e in particolare nella presa d’atto che ogni scala mette in comunicazione un sotto e un sopra. E che questo sotto e questo sopra sono una coppia. A partire da lì, credo di essermi chiesto se ce ne fossero altre di coppie, e mi è stato subito evidente che è così. Roma è piena di “doppi”, di cose che possono essere abbinate tra loro, sia per contrasto sia per affinità. Più in concreto, avevo in testa da tanto tempo la statua del bersagliere di Porta Pia, che per me è una zona di antiche memorie familiari. Sul basamento della statua c’è scritto “Nulla resiste al bersagliere”. Ma proprio lì di fronte, un po’ più in alto, c’è l’immagine di una Madonna col bambino. Ecco, lì ho visto una coppia. Poi un giorno sono stato al Maam, sulla Prenestina dove ho visto un’opera che si chiama Nihil Difficile Volenti. Mi sono ricordato che la stessa frase è incisa sulla facciata di un palazzo in centro. Altra coppia. Lì è cominciato il gioco, e mi sono messo proprio a cercarle, le possibili coppie. E questo ha cambiato il mio modo di guardare alla città”.

Alessandro Mauro. Foto di Flavia Ciliberto

Il libro si compone di 99 coppie. Talvolta gli accostamenti non vi saranno chiarissimi, ma abbiate fede nell’autore e soprattutto lasciatevi sorprendere. Le coppie più evidenti sono antico-moderno, sacro-profano, mare-montagna, ecc, ma ce ne sono tante altre che appunto diventeranno più chiare man mano che si procede nella lettura. Lettura da digerire, da assorbire, da meditare: sia perché quella di Alessandro Mauro – che conoscete già per “La cartolina”, che cura qui su Roma Report insieme a Fabio Bedini –  è una scrittura molto densa, sia per gli argomenti trattati. “Di questa doppia Roma” si può leggere anche tutto d’un fiato, ma forse la sua collocazione migliore è quella di “breviario laico” (anche se Roma e La AS Roma sono una fede, in fondo…) , da leggere in certi momenti.

L’indicazione, per tutte le volte che un pezzo di questa città sembra brutta, è chiara: fare altri cento metri, perdere qualche minuto, guardare meglio” (dal capitolo “La bruttezza e le ali”).

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